Napoli, forse un regolamento di conti
E' di due morti il bilancio di una sparatoria avvenuta in nottata in un campo nomadi alla periferia di Napoli. Le vittime sarebbero entrambi rom. A quanto pare si sarebbe trattato di una spedizione punitiva, un agguato pianificato e portato a termine con freddezza spietata e con precisione, probabilmente da esponenti della criminalità organizzata napoletana. Illeso un bimbo di 10 anni presente alla sparatoria.
La sparatoria è avvenuta poco dopo la mezzanotte quando il campo nomadi, abitato prevalentemente da slavi, alle spalle del carcere di Secondigliano, è ancora in piena attività. Tre le auto arrivate a tutta velocità dalle quali è sceso il gruppo di sicari. Gli uomini si sono avvicinati ad un'automobile che, a sua volta, aveva appena varcato la soglia del campo. Subito dopo inizia la pioggia di proiettili. Nell'abitacolo ci sono due persone: al volante un giovane slavo di 23 anni, accanto al posto di guida, il fratellino, di 10.
Raggiunto alla testa il giovane muore, il bambino rimane miracolosamente illeso. I sicari si dirigono subito dopo verso una baracca, sfondano la porta e sparano quattro colpi contro un altro giovane ventiduenne. Poi tornano sulle automobili e si allontanano a tutta velocità. I due giovani vengono soccorsi e portati nell'ospedale San Giovanni Bosco, ma per loro non c'è più nulla da fare.
Gli investigatori hanno ancora poche carte in mano. Dall'esame dei primi elementi, si potrebbe ipotizzare che le due vittime - i loro familiari e gli altri abitanti del campo sostengono che si guadagnassero da vivere vendendo fiori nei ristoranti - abbiano violato una zona 'proibita' nella quale potrebbero aver compiuto un furto in un appartamento o qualche altro tipo di reato non gradito alla malavita della zona.
Di qui la reazione violenta e spietata. La polizia sta valutando con attenzione il particolare, che non viene ritenuto di poco conto, della presenza nell'auto, insieme con una delle due vittime, del fratellino di appena dieci anni.
Molto spesso le bande di nomadi che si accampano alle periferie dei grandi centri urbani si servono di bambini per farsi aiutare nei furti in appartamenti. L'ipotesi, comunque, non è suffragata, al momento, da nessuna prova. Si tratta soltanto di una traccia sulla quale lavorare. Le caratteristiche dell'agguato, il fatto che gli assassini siano giunti nel campo dei nomadi già sapendo dove andare e chi colpire, fanno pensare ad una spedizione organizzata e pianificata.