Scontri preordinati contro la polizia
Tifosi della Roma e della Lazio uniti contro un avversario comune: la polizia. L'accordo tra i vari gruppi ultrà delle due squadre in occasione del derby di calcio del 21 marzo scorso è emerso dall'inchiesta della procura della Capitale e della Digos che ha portato in carcere 16 persone appartenenti alle fazioni della curva sud e di quella nord. Una violenza concordata, quindi, con l'obiettivo unico di mettere a "ferro e fuoco" lo stadio.
Gli ultrà giallorossi e biancocelesti, insomma, da sempre e storicamente nemici e divisi, quella sera si sono alleati. E davanti avevano un comune nemico, gli agenti delle forze dell'ordine che, alla stadio, come sempre, erano schierati per garantire l'ordine pubblico. Un inchiesta che ha alzato il velo su quella che lo stesso gip, che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, Renato Croce, ha definito "una violenza anomala e particolare". I filmati, girati dalla polizia, parlano chiaro ed evidenziano i gruppi di ultrà, a volto coperto che incendiano gabbiotti dei vigili urbani e automobili, distruggono i bagni dello stadio Olimpico, strappano estintori e tubi dell'acqua per usarli poi come armi verso agenti di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza. E poi, ancora, Irriducibili e Viking della Lazio, insieme ai Boys, Fedayn, Tradizione e Distinzione della Roma, che lanciano bombe carta caricate con chiodi, bulloni e schegge di metallo, contro le forze dell'ordine.
Ne feriscono, dopo ore di scontri, almeno 153. Una devastazione concordata, scrivono i pm Vittoria Bonsanti ed Elisabetta Cenniccola, che soltanto allo stadio Olimpico, ha causato danni per oltre 180 mila euro. L'inchiesta, hanno spiegato il dirigente della Digos, Lamberto Giannini e il funzionario che si occupa di questo tipo di reati, Nicola Falvella, ha mandato all'aria anche un piano che stava man mano prendendo corpo. Quello di organizzare i vari gruppi ultrà della capitale in una trasferta in Portogallo per gli Europei 2004. Un fatto diventato importante anche per l'emissione delle 18 ordinanze di custodia cautelare, all'appello mancano ancora due ultras della Lazio, e messo nero su bianco in una "fanzine", il giornalino distribuito allo stadio dalle frange più violente. Sul giornale vi era un chiaro invito alla sfida degli ultrà di altre nazioni, una sfida con magliette ufficiali che, hanno appurato gli investigatori della Digos, erano una sorta di messaggio in codice per indicare l'organizzazione di scontri in Portogallo.