Egiziano: "Sono pronto al martirio"
"Pronto al martirio": è la frase che Mohammed l'egiziano ripeteva incessantemente nelle telefonate intercettate dagli investigatori. Sottrarsi alla pressione investigativa delle autorità spagnole, reclutare e indottrinare nuovi adepti per la causa della Jihad: questi gli obiettivi della missione operativa dell'egiziano. Il ricercato era pronto a colpire: nel mirino c'era il comando della Nato a Bruxelles. Intanto in Belgio 15 fermati.
"Sono pronto al sacrificio. Sacrificarsi nel nome di Dio è la cosa più bella, una cosa che non si può descrivere". E' quasi un'ossessione la frase che Yahia Mouad Mohamed Rajah, 21 anni, egiziano, ripete al suo maestro, Ahmed Sayed Osman Rabei, soprannominato Mohamed l'Egiziano, ritenuto ideatore e organizzatore delle stragi dell'11 marzo a Madrid, per le quali c'è un mandato di cattura internazionale.
Il pm Romanelli ha spiegato la genesi dell'inchiesta che ha avuto risvolti anche in Belgio: "Gli investigatori spagnoli hanno segnalato un'utenza telefonica definita rilevante e appartenente a una persona ritenuta legata all'attentato dell'11 marzo. Questa persona si trovava a Milano e si è fatto tutto il possibile per accertare cosa facesse qui". Il risultato? "Abbiamo ottenuto conferme all'ipotesi del coinvolgimento di questa persona", Mohamed l'egiziano, "nelle stragi in Spagna".
Con intercettazioni sono state captate frasi chiaramente compromettenti. "Il filo di Madrid sono io". Per lui il giudice istruttore di Madrid ha già firmato un mandato di cattura internazionale perché "appare allo stato certo", come è scritto agli atti dell'indagine, "il ruolo di Rabei all'interno di Al Qaida, con una funzione di organizzazione delle attività del gruppo che ha gestito le stragi di Madrid e con funzione di progettazione di ulteriori attentati terroristici in altre parti del mondo".
Da una intercettazione del 26 marzo si dice: "L'attentato di Madrid è stato un mio progetto e quelli che sono morti martiri, sono miei carissimi amici". Ma Mohammed l'egiziano, nei suoi discorsi captati dagli investigatori indica anche di far parte di una cellula "dormiente" e di essere però pronto ad agire, in qualsiasi momento. Non solo: parla anche di operazioni terroristiche in corso come quella che avrebbe dovuto mettere a segno una donna, già preparata per un attentato chimico in America, però scoperta e poi rimpiazzata con un'altra; di gruppi pronti al martirio, dei quali uno in partenza per l'Iraq e uno in Olanda che poi si è sciolto.