Procura di Padova indaga dieci militari
Tre inchieste pe presunti casi di "nonnismo", avvenuti in caserme a Venezia, Padova e Trieste, sono state aperte dalla procura militare di Padova. Nei fascicoli d'inchiesta risultano indagati una decina di militari, in parte di leva e in parte in ferma volontaria. Le ipotesi di reato sono violenza e ingiurie ai danni di subordinati che sarebbero accadute al presidio militare di Venezia, nelle caserme Pierobon a Padova e San Giusto a Trieste.
"Erano circa due anni - rileva il Pm Dini, a margine di uno dei processi - che non venivano segnalati casi di questo genere". Dini sottolinea che "A tutt'oggi per contrastare questo fenomeno, che fortunatamente da tempo non si verificava, manca ancora una precisa norma", una norma, cioè, che ipotizzi come reato la violenza psicologica subita da un militare da parte di un commilitone più anziano di servizio. In alcuni casi, infatti, ipotesi di reato come minacce o ingiurie sono difficili da dimostrare, proprio perché spesso gli episodi di presunto "nonnimo" non si manifestano attraverso specifiche minacce, ma insinuazoni di "tipo subdolo", come le definisce lo stesso Dini.
Il magistrato ricorda che ci sono disegni di legge che sono stati presentati quando il fenomeno era frequente e proprio relativi a ipotesi di reato specifiche: ddl che ora attendono di essere presi in esame. Riguardo alle tre inchieste, quella di Venezia, al presidio militare, fa riferimento a un caso di "schiumata" subita da alcuni militari: nei bagni sarebbero stati fatti spogliare, ricoperti di una sostanza gelatinosa, appiccicosa e puzzolente, infine sottoposti a una doccia fredda. Gli episodi di Padova, alla caserma "Pierobon", e Trieste alla "San Giusto", invece, riguarderebbero alcuni casi di militari gettati giù dalle brande. A Padova, la vittima aveva dovuto far ricorso alle cure mediche per un colpo alla testa e aveva avuto una prognosi di dieci giorni.