"ll 10% dell'episcopato tedesco era ricattabile mi disse un monsignore", afferma don Floriano Abrahamowicz, sacerdote lefebvriano
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"Non risulta nessuna malattia in corso che abbia influito sulla decisione" del Papa. Queste le parole del portavoce della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, nella conferenza stampa seguita all'annuncio delle dimissioni del Papa. Ma sospetti sui motivi che hanno portato Bendetto XVI alla decisione arrivano da più parti. "Sorprende l'aspetto della non motivazione", afferma don Floriano Abrahamowicz, sacerdote lefebvriano.
"Negli ultimi mesi è diminuito il suo vigore. Sappiamo l'età che ha e che è normale per persone in età avanzata vivere un declino delle proprie forze ed il Papa lo ha sentito negli ultimi mesi e lo ha riconosciuto con lucidità", ha aggiunto padre Lombardi.
"Non conoscendo le dinamiche della chiesa conciliare la notizia genera perplessità", commenta invece Abrahamowicz, il sacerdote lefebvriano diventato famoso alcuni anni fa quando, alla guida della comunità della fraternità "San Pio X", a Lanzago di Silea (Treviso), aveva espresso dubbi sull'esistenza delle camere a gas per gli ebrei.
Pur facendo parte di un ambiente ecclesiale che non riconosce la legittimità dei pontefici quali successori di San Pietro, e per questo detti "sedevacantisti", Abrahamowicz ha rilevato che l'assenza di giustificazioni palesi alle dimissioni del Papa porta a una "destabilizzazione". A questo proposito, il sacerdote tradizionalista, allontanato dalla fraternità tre anni fa ed ora animatore di una comunità chiamata "Domun Marcel Levebvre", ha ricordato una visita avvenuta nel 1987 da due inviati di Giovanni Paolo II nella casa madre lefebvriana di Econ, in Svizzera, in cui era seminarista.
"In quella circostanza - ha detto - mons. Camillo Perl, in seguito segretario della Commissione pontificia Ecclesia Dei, ci disse chiaramente che il 10% dell'episcopato tedesco era ricattabile. Non ho ovviamente elementi per poter sostenere qualcosa di simile nei confronti di Joseph Ratzinger - ha concluso Abrahamowicz - ma oggi mi tornano in mente quelle parole".