Cervignano si divide

Parroci in rivolta contro il corso di burlesqueL'iniziativa che divide il paese di Cervignano

Subbuglio nel comune in provincia di Udine. Il clero tuona: "Non si risolvono certo i problemi con gli spogliarelli". Ma gli organizzatori si difendono: "Non c'è niente di volgare, si tratta di un'arte"

30 Ott 2012 - 10:59
 © Sito ufficiale

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Un corso base per principianti di burlesque. E' questa iniziativa, organizzata a Cervignano, un comune in provincia di Udine, ad aver fatto letteralmente infuriare i parroci friulani. "Non si risolvono i problemi con gli spogliarelli", tuonano i prelati. Ma gli organizzatori si difendono: "Non c'è niente di volgare, il burlesque è un'arte". In paese non si parla d'altro e la gente si divide tra favorevoli e contrari.

Il corso per le aspiranti Dita Von Teese partirà a breve (l'inizio è previsto per il 10 novembre), ma Cervignano è in subbuglio con la chiesa che invita alla sobrietà e, soprattutto, al rispetto per la dignità della donna. Intanto, però, le partecipanti si sono già iscritte e hanno raggiunto la quota di tredici.

L’organizzatrice dell'iniziativa che ha alzato il polverone, Chiara Lacovig, non ci sta e, intervistata da Il Messaggero Veneto, afferma: "Nella sacra Bibbia Adamo ed Eva erano nudi. Dio non ha mai detto di vergognarsi della propria nudità. Associare il burlesque alla volgarità è assurdo, non è uno spogliarello di basso rango, è un’arte".

Alle allieve viene consigliato di partecipare alle lezioni con un abbigliamento adeguato: piume, paillettes e lustrini la fanno da padrone. Ma non devono mancara anche un paio di leggins e scarpe con il tacco alto. "In giro ci sono tante cose di cattivo gusto – aggiunge l'organizzatrice -, per esempio trovo più volgari quelle ballerine con qualche chilo di troppo che si stringono in tutine aderenti del tutto improbabili. La bellezza, se condita con l’eleganza, lo stile e l’ironia, non è mai volgare. Non c’è nulla di osceno".

Il parroco di Cervignano, don Dario Franco, e il cappellano don Moris Tonso, sono nettamente contrari: "L’importante è che non venga mai dimenticato il rispetto per la dignità delle donne e della persona, un valore che deve essere sempre salvaguardato". Della stessa opinione anche i sacerdoti dei paesi vicini. Secondo don Michele Centomo, parroco di Aquileia, "la nudità della sacra Bibbia è ben diversa da altri tipi di nudità e non ha quindi alcun senso paragonare le due cose o citare i testi sacri".

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