Tra i cimeli anche il letto

Diego Armando Maradona, il museo segreto del Pibe de Oro è a casa della governante

L'ex tata del fenomeno argentino custodice il letto di Diego e il primo contratto che lo legò al Napoli

28 Ott 2012 - 12:07
miccoli, maradona miccoli, miccoli chievo © SportMediaset

miccoli, maradona miccoli, miccoli chievo © SportMediaset

Ricordiamo tutti i suoi gol, i dribbling infiniti che partivano da centrocampo e finivano solo quando la palla superava la linea di porta: Maradona scartava anche il portiere, come un birillo. Un episodio per tutti, l’indimenticabile rete durante Argentina-Inghilterra del mondiale ‘86.

Ma sono in pochi a conoscere Diego tra le mura di casa in via Scipione Capece a Posillipo come dentro le stanze della squadra a Fuorigrotta. La signora Lucia Rispoli, vedova di Saverio Vignati, già custode per numerosi anni dello stadio San Paolo lo ha raccontato, o meglio, lo ha mostrato al Mattino di Napoli.

La signora è stata per sette anni la governante di casa Maradona. Quella tata ne ha conosciuto le abitudini. E ne ha custodito gli oggetti. Alcuni addirittura avuti in dono quando Diego, nel 1991, abbandonò Napoli con una fuga.

Lucia vive a Miano dove custodisce, nel suo personale museo, scarpette personalizzate, palloni, guanti da allenamento e persino la panchina dello spogliatoio sulla quale Diego sedeva. Ma soprattutto Lucia possiede la camera da letto del Pibe de Oro: il matrimoniale con struttura in ottone e l’armadio nero a specchi insieme a un divano in pelle.

Il pezzo forte dell’insolita collezione è conservato in una cornice rigorosamente azzurra: il primo contratto di Diego con il Napoli.

Tra i cimeli ci sono anche una Madonnina che Diego si era portato dall’Argentina oltre alla caffettiera dello spogliatoio. Insomma, a casa della signora Lucia – dove peraltro martedì sarà rigorosamente festeggiato il cinquantaduesimo compleanno della superstar argentina – c’è un vero e proprio museo della «Diegomania» che ha vissuto e che tuttora vive Napoli.
E ora la signora Rispoli – appoggiata da alcuni esponenti del Comune – chiede che questo museo sia invece realizzato al San Paolo.

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