Il via libera del Ministero dell'Ambiente obbliga l'azienda di Taranto a rispettare le condizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale. La società: "Ottempereremo ai nostri obblighi"
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Via libera da parte del ministero dell'Ambiente al rilascio dell'Aia (l'Autorizzazione integrata ambientale) per lo stabilimento Ilva di Taranto. Lo ha reso noto Palazzo Chigi. Il sì arriva dopo aver acquisito i pareri di diversi ministeri. Nell'Aia sono indicate le condizioni che l'azienda deve rispettare per l'uso degli impianti. L'Ilva: "Ottemperiamo alle prescrizioni ma chiediamo la disponibilità degli impianti sotto sequestro".
Dal canto suo l'Ilva ha accettato la prescrizione dell'Aia, ma prima è necessario "che la Procura proceda al dissequestro degli impianti". "Presupposto imprescindibile per l'attuazione del piano è la piena disponibilità degli impianti, oggi sotto sequestro", si legge in una nota diffusa dall'azienda.
L'Ilva ha fatto presente di aver "esaminato nel dettaglio le prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale" e che "intende applicare quanto richiesto dal provvedimento. Stiamo lavorando - aggiunge la nota - ad un piano industriale con l'obiettivo di verificare la sostenibilità finanziaria degli investimenti alla luce dei nuovi limiti imposti dall'Aia".
Il gruppo"'intende continuare a lavorare - prosegue la nota - e non si sottrae alla responsabilità di fare impresa, sia per tutelare le decine di migliaia di posti di lavoro sia l'economia del Paese. Le prescrizioni a cui ci dobbiamo adeguare richiedono in breve tempo investimenti imponenti che ai nostri concorrenti europei sarà consentito fare tra molti anni". L'azienda ha poi ricordato di aver investito sino ad oggi "4,6 miliardi di euro nello stabilimento di Taranto per l'ammodernamento tecnologico e l'ambientalizzazione". Per attuare le prescrizioni l'azienda chiede quindi "la piena disponibilità degli impianti" dell'area a caldo sottoposti a sequestro.