Ieri interrogato Gambelli, dirigente della Protezione civile indagato per falso e calunnia
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Depistaggi, dichiarazioni false, allarmi sottovalutati. E' una vicenda che ha dell'assurdo quella dell'alluvione a Genova del 4 novembre 2011, su cui proprio ieri c'è stato il secondo interrogatorio di Sandro Gambelli, il dirigente della Protezione civile del Comune indagato per falso e calunnia nell'inchiesta sull'esondazione che fece sei vittime. Gambelli è rimasto davanti al pm per oltre quattro ore e adesso è indagato in stato di libertà.
Nel suo primo interrogatorio, avvenuto il 18 ottobre dopo due giorni agli arresti domiciliari, il dirigente "avrebbe mentito" secondo gli inquirenti. Ieri i suoi legali, gli avvocati Giuseppe Giacomini e Luca Robustelli, non hanno rilasciato dichiarazioni.
Una settimana fa Gambelli aveva detto di avere materialmente stilato il verbale falso sul disastro di un anno fa, ma di non essere lui la "mente". L'ex capo della Protezione civile aveva inoltre detto di aver saputo del "taroccamento" soltanto all'indomani dell'alluvione, cioè il 5 novembre. Gli investigatori hanno invece scoperto nelle ultime ore che Gambelli già nel pomeriggio del 4 aveva rilasciato un'intervista in cui dava la versione con gli orari falsi.
La vicenda di quel maledetto 4 novembre si fa insomma sempre più aggrovigliata. Ci sono i dirigenti della Protezione civile comunale che scrivono il falso nella loro relazione modificando gli orari del disastro per rimpallare le responsabilità. E poi c'è la telefonata dei vigili, in servizio nella zona dell'alluvione: due agenti della polizia municipale dicono di aver chiamato la centrale per dare l'allarme quasi un'ora prima dell'esondazione del Fereggiano. Ma quella telefonata si è persa nei meandri degli enti che avrebbero dovuto garantire la gestione dell'emergenza e non l'hanno fatto per una serie di conflitti di competenze e per una struttura troppo elefantica, come dice il perito della Procura.
La mancata vigilanza sul torrente
Il problema, da quanto emerge, è che non c'era nessuno a vigilare sui livelli di quel torrente. Ecco dunque che tutta la macchina degli enti che avrebbero dovuto essere i responsabili si attiva per sostenere la versione dell'emergenza ingestibile, dell'improvvisa esondazione che non ha lasciato tempo. Ed ecco che l'ora dell'esondazione viene modificata e fissata alle 12 invece che alle 12.53, come evidenziato da innumerevoli testimonianze e video. Poi, arrivano le dichiarazioni che svelano il verbale modificato.
Sandro Gambelli parla di una "ricostruzione che ha del fantascientifico" per evitare "responsabilità a carico di esponenti della struttura comunale". E Andrea Rimassa, funzionario del Comune, racconta: quel verbale fu modificato e ricomposto per "metterci una pezza". Viene indagato l'ex assessore alla Protezione civile Francesco Scidone perché, dice la Procura, dalla mattina del 4 novembre sapeva che il torrente non era sotto controllo. Ma nel pomeriggio, a tragedia avvenuta, chiede a Roberto Gabutti, coordinatore dei volontari indagato per favoreggiamento e falso, di andare a "Porta a porta" a dire che è successo tutto in fretta, troppo in fretta. Insomma, probabilmente quella tragedia non era imprevedibile come dice quella relazione. E lo scaricabarile sarebbe scattato subito, mentre ancora si cercavano le vittime del Fereggiano.