bonifica troppo costosa

Danni all'erario per 43 milioni, la Corte dei conti cita a giudizio Bassolino e l'ex ministro Bordon

La magistratura contabile ha rilevato uno sperpero di denaro pubblico nell'ambito della bonifica di due aree in Campania. Ombre sul contratto stipulato con una ditta. I costi lievitarono senza giustificazioni a dismura

25 Ott 2012 - 10:26
 ©  Afp

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Danni per le casse dello Stato per complessivi 43 milioni di euro. Tanto sarebbe costata ai cittadini la controversa bonifica del litorale flegreo e dell'agro-aversano che la Regione Campania, guidata all'epoca da Antonio Bassolino, affidò nel 2002 a una ditta. La Corte dei Conti regionale, al termine di un'indagine, ha citato in giudizio 17 persone, tra cui Bassolino e l'ex ministro dell'Ambiente, Willer Bordon.

L'operazione "Nimby", acronimo inglese che significa "non nel mio giardino", ha portato alla luce un caso di spreco di denaro pubblico legato al contratto stipulato nel 2002 tra la società Jacorossi, Regione e il Commissariato di Governo per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque della Regione Campania per la realizzazione del progetto "piano per la gestione degli interventi di bonifica e rinaturalizzazione dei siti inquinati del litorale domizio-flegreo e agro versano".

Il vice procuratore generale della Corte dei Conti campana Pierpaolo Grasso ha potuto rilevare che l'affidamento dell'appalto era intervenuto non solo senza gara pubblica e in assenza della prevista certificazione Soa (per comprovare la capacità tecnica ed economica dell'impresa per l'esecuzione dell'appalto pubblico) ma anche senza tener conto dei pareri negativi espressi dai competenti uffici ministeriali e dall'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, per i quali il progetto presentato dalla Jacorossi risultava carente di informazioni necessarie.

L'appalto del valore complessivo di oltre 117 milioni di euro per la progettazione e l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti del litorale domitio flegreo e dell'agro aversano attraverso l'impiego di 380 lavoratori socialmente utili fu comunque affidato a questa società.

Inoltre il Commissariato di governo e Regione, committenti del contratto, secondo l'indagine della procura della Corte dei Conti regionale, si erano assunti obblighi cui sapevano fin dall'inizio di non poter far fronte, sia per i tempi di esecuzione troppo stretti, sia per le proteste delle comunita' locali all'apertura di nuovi siti. Il mancato rispetto degli obblighi contrattuali ha comportato conseguenze negative per i profili finanziari, costringendo il committente a sostenere costi non preventivati per lo smaltimento dei rifiuti presso impianti di imprese terze e a non utilizzare i lavoratori socialmente utili, ai quali, tuttavia, ha continuato a erogare retribuzioni.

Diversi contenziosi sorti in sede civile tra Jacorossi Spa, il Commissariato alle Bonifiche e la Regione Campania si sono conclusi nel 2007 con la stipula di un accordo aggiuntivo-transattivo al contratto originario, nel quale, oltre a dover riconoscere, per le proprie inadempienze, la somma di 21,8 milioni di euro quale risarcimento dei danni subiti dalla Spa, è stato inspiegabilmente disposto un ulteriore affidamento alla stessa societa' dei servizi di asporto rifiuti e bonifica.

Nel danno erariale quantificato, dalla procura contabile, circa 22 milioni di euro sono proprio il corrispettivo del risarcimento danni riconosciuto alla Jacorossi Spa, 17 milioni circa i maggiori costi sostenuti per lo smaltimento dei rifiuti presso terzi e circa 4 milioni di euro per quanto pagato dall'Inps a titolo di cassa integrazione ai 380 lsu nei periodi di fermo delle attività di bonifica.

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