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Vittime della strada, lettera aperta di una madre a Tgcom24: "Ho perso Andrea, non lasciateci soli"

Il figlio di Elisabetta Cipollone è stato travolto e ucciso da unʼauto a Peschiera Borromeo (Milano)

Tgcom24

Sono Elisabetta Cipollone,mamma di Andrea De Nando. Mio figlio è stato ucciso in un freddo pomeriggio di venti mesi fa da una vettura lanciata a folle velocità sotto gli occhi terrorizzati di suo fratello gemello.Non sono qui a testimoniare un dolore indicibile e scarnificante, non sono qui a chiedere compassione o pietà , bensì sono qui a raccontarvi i risvolti di una tragedia personale, ma che può essere considerata la tragedia di tutti, quella che possiamo considerare la tragedia nella tragedia, perché ciò che accade dopo una violenza, dopo una morte, non è noto e non è immaginabile da chi vive al di fuori, da chi non vive ciò che accade dopo. Noi vittime ci troviamo, immediatamente dopo l'evento, ad essere scaraventati in una realtà che non abbiamo scelto, in una realtà che non è la nostra, con equilibri squarciati e dilaniati nei quali non sappiamo, né abbiamo la forza, né tantomeno possiamo e siamo in grado di districarci. 

E sapete come affrontiamo tutto questo?

Soli, assolutamente soli, disperatamente soli.

A parte un freddo Carabiniere o Vigile che viene ad annunciarti che la tua vita è stata stravolta e che ti comunica che da quel momento comincia la tua strada in salita e che ti fa sanguinare il cuore ancora prima di renderti conto che sta ancora battendo; a parte qualche goccia di calmante offerta da una pietosa mano di un medico o di un infermiere e che dovrebbe servire ad affrontare quei momenti con “più calma”…

… sapete cosa c'è dopo questo?

Il nulla, l'abbandono totale da parte di figure competenti che dovrebbero prendere in mano la situazione, la tua situazione, e prenderti per mano ed accompagnarti in una serie di adempimenti ai quali non puoi sottrarti.

Non esiste in nessun Comune una figura del genere, un addetto sensibile che ti aiuti a sbrigare tutta la burocrazia; e sto parlando di cose “banali” che vanno per esempio dalla scelta delle pompe funebri, alla scelta di un avvocato che possa far valere i tuoi diritti, fino poi al sostegno di cui c'è bisogno nell'immediato, per esempio quando devi andare a riconoscere la salma di tuo figlio.

Avete presente cosa voglia dire andare da soli a vedere tuo figlio, la carne della tua carne in un obitorio? Avete presente lo squarcio che provi quando alzano quel lenzuolo e vedi gli occhi di tuo figlio chiusi per sempre? Ne avete una benché minima idea?

E sapete come ci andiamo in quel luogo terrificante?

Soli, maledettamente soli, disperatamente soli…

Per non parlare di tutto il resto, tutto ciò che si delinea con il trascorrere del tempo, la sofferenza psicologica mai accompagnata da uno specialista che ancora una volta ti “prende per mano” e ti accompagna in un percorso e ti guida in una consapevolezza che non tarderà molto ad arrivare, la consapevolezza che ciò che hai subito è innaturale, disumano, scarnificante…

O meglio, esistono queste figure, certo che esistono, innanzi tutto te le devi andare a cercare e se ne hai bisogno subito e se non vuoi andare alla cieca, paghi, fior di quattrini, in momenti in cui di denaro ne spendi a dismisura per qualcosa che non hai voluto.

Vedete, potrei continuare questo elenco di “abbandoni” e far seguire i disagi economici, le udienze, i processi, le umiliazioni, le vessazioni e tralascio volutamente l'aspetto della mancanza di giustizia e di leggi troppo spesso latitanti, ma ora, qui, in questa sede voglio dire, anzi voglio che si alzi un urlo comune, voglio che venga carpito il senso più intrinseco di ciò che sto dicendo da mesi e mesi ormai...

Vogliamo tutti dire “basta!” far uscire quell'urlo troppo spesso taciuto, mettiamoci ad ascoltarlo quell'urlo…

È ora di dire..
n o n l a s c i a t e c i s o l i.