senza vergogna

Sicilia, 21 persone in manette per frode a erarioArrestati anche poliziotto, vigile e due finanzieri

Caltanisetta, la truffa era compiuta attraverso videogiochi taroccati e controllati dalla mafia

09 Ott 2012 - 09:29
 © Ansa

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Ventuno persone sono state arrestate, su ordine del gip di Caltanissetta, perché ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, concussione e frode informatica per una enorme truffa contro l'erario compiuta attraverso videogiochi taroccati e controllati dalla mafia. In manette anche un sostituto commissario di polizia, un assistente capo delle guardie carcerarie, due marescialli della guardia di finanza e un vigile urbano.

A capo della presunta organizzazione dal giro d'affari milionario sarebbero tre fratelli imprenditori, Matteo, Salvatore e Luigi Allegro, arrestati, come la guardia carceraria, anche con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbero monopolizzato il settore dei videogiochi, imponendo i propri apparecchi ad esercenti e circoli ricreativi.

Secondo le indagini, bastava un telecomando o un codice segreto per trasformarli in slot-machine o videopoker, eludendo così il fisco, acquisendo incassi in nero e abbassando l'ammontare della vincita a discapito degli stessi giocatori. Beni per un valore complessivo di 5 milioni di euro sono stati sequestrati alla famiglia Allegro. Posti sotto sequestro anche un bar, 4 appartamenti, una villa, un negozio e 3 autorimesse: tutti ubicati nel territorio di Caltanissetta.

L'operazione della squadra mobile, denominata "Le jeux sont faits" (I giochi sono fatti), è stata disposta dal gip Maria Carmela Giannazzo, che, accogliendo le richieste della Dda, ha emesso 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere, due agli arresti domiciliari e 21 provvedimenti di interdizione dall' esercizio dell'attività di impresa a bar e circoli ricreativi ritenuti coinvolti nell'inchiesta.

Altri militari della guardia di finanza e alcuni dipendenti civili del ministero dell'Interno sono stati raggiunti da informazione di garanzia per corruzione, concorso in peculato e frode informatica. Analogo invito a comparire è stato emesso nei confronti di alcuni funzionari di banca per il reato di riciclaggio, in quanto secondo l'accusa omettevano sistematicamente le segnalazioni dovute per operazioni sospette.

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