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Inchiesta Morosini, soccorritore: "Il medico del Livorno non ha voluto usare il defibrillatore"

Pescara, la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo: lʼinchiesta vuole chiarire le cause della morte del giocatore e se potesse essere salvato

Tgcom24

Il medico del Livorno, Manlio Porcellini, non ha voluto usare il defibrillatore su Piermario Morosini: il paramedico Marco De Francesco, intervenuto in campo dopo il malore del giocatore, ha raccontato infatti di aver acceso il macchinario, ma di essere stato bloccato da Porcellini.

E' questa una delle testimonianze che la Procura di Pescara si appresta a verificare nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del calciatore.

L'inchiesta della Procura di Pescara vuole chiarire se Morosini potesse essere salvato o meno considerando i tempi del soccorso, se ci siano responsabilità penali e soprattutto perché al ragazzo si sia fermato il cuore.

Gli inquirenti stanno analizzando i sei minuti e ventiquattro secondi, intercorsi dal momento del malore di Morosini al 29'41" del primo tempo all'attimo in cui l'ambulanza lo ha portato poi via verso l'ospedale al 36'05".

Cartelle cliniche e esame istologico per capire le cause della morte


Con tutta probabilità la Digos di Pescara, incaricata delle indagini, comincerà a chiedere alle squadre dove ha giocato, le cartelle cliniche del calciatore. Le prime sommarie informazioni giunte dall'autopsia, iniziata ieri, e dalla tempistica dei soccorsi sono stati giudicati "molto interessanti e significative" da fonti interne al palazzo di Giustizia. Da quanto emerso, la situazione complessiva allo stadio Adriatico sarebbe stata giudicata "ottimale" per i soccorsi, nel senso che ci sarebbe stato tutto il necessario per salvare la vita di chiunque.