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Il legale di Sabrina attacca Michele Misseri:
"Prima di uccidere Sarah l'aveva già molestata"

Lʼavvocato Coppi punta il dito contro il papà della sua assistita: "Lʼha uccisa perché non parlasse"

Da video

Al processo per la morte di Sarah Scazzi giovedì è stato il giorno della  difesa di Sabrina, in carcere con l'accusa di omicidio.

Il legale della ragazza ha puntato il dito contro Michele Misseri “Confessi di aver violentato sua nipote prima di ucciderla. Dica di aver già molestato la bambina in passato e di averla uccisa per paura che lei parlasse”. La Procura precisa: “Sabrina non è in carcere per le accuse del padre”.

Secondo il difensore di Sabrina, Misseri dice la verità quando si auto accusa dell'omicidio della piccola Sarah. E considera le dichiarazioni dell'uomo “attendibili fino a che non fu affiancato da altre persone che gli indicarono un'altra strada”. Il riferimento, seppur implicito, è all'ex avvocato di Misseri, Daniele Galoppa e alla criminologa Roberta Buzzone che avrebbero convinto l'agricoltore ad accusare la figlia.

Coppi punta il dito contro Misseri: "Dica di aver violentato Sarah"
Il momento clou dell'intera arringa vede Coppi puntare il dito con tono accusatorio verso Michele: "Misseri, lo dica che lei ha violentato sua nipote e poi l'ha uccisa. Lo dica". Il legale, nella sua ricostruzione, ha detto che l'uomo molestò Sarah già prima di quel 26 agosto e individua il possibile movente dell'omicidio: la paura che la bambina parlasse, che svelasse alla zia Cosima, alla cugina Sabrina o alla mamma Concetta quel terribile segreto.

Il legale di Sabrina, nella sua arringa, bacchetta poi la Procura, accusata di non aver completato le indagini e di tenere in carcere la sua assistita nonostante contro di lei sussistano pochissimi indizi. Secondo Coppi è dunque Michele Misseri il grande accusatore che, con le sue parole, anche se ritrattate, ha portato all'arresto di Sabrina e di sua madre Cosima.

La Procura: "Altre testimonianza e riscontri accusano Sabrina e Cosima"
Nei corridoi del tribunale di Taranto, però, il sostituto Mariano Bucoliero ricorda ai cronisti che le due donne non sono detenute per le accuse formulate da Misseri ma per “altre testimonianze e riscontri”. In particolare, il pm sottolinea che “le argomentazioni della difesa di Sabrina non tengono contro che la nostra seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere non viene citata la testimonianza di Misseri e che questa supera la prima ordinanza”.