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P4, spuntano 250mila euro in una scatola di scarpe. Pm: "Milanese spieghi la provenienza"

Il denaro venne consegnato dal deputato del Pdl a un suo uomo di fiducia, Guido Marchese, commercialista indagato nellʼinchiesta di Napoli che ottenne incarichi in sei società pubbliche

LaPresse

Marco Milanese ora dovrà rispondere anche di una ingente somma di denaro: 250mila euro trovati in una scatola di scarpe nello studio di un suo uomo di fiducia.

L'uomo in questione è Guido Marchese, co-indagato con il sindaco di Voghera, Carlo Barbieri, dalla Procura di Napoli (titolare dell'inchiesta sulla P4) perché avrebbe "aiutato" il deputato del Pdl in cambio di nomine.

Lo ha scritto "La Repubblica" che ha riportato nello specifico gli incarichi di cui avrebbero beneficiato i due: Barbieri in Federservizi; Marchese, come revisore dei conti, in Ansaldo Breda, Oto Melara, Ansaldo Energia, Sogin e Sace, per oltre 60mila euro di compensi complessivi.

La vicenda dei 250mila euro di "dubbia provenienza" sarebbe stata raccontata da Marchesi arrestato, insieme al sindaco lombardo, il 7 luglio e rilasciato non appena il pm, Vincenzo Piscitelli, ha acquisito il "materiale probatorio".

Milanese, secondo il racconto del commercialista agli inquirenti, avrebbe consegnato una borsa carica di quel denaro in contante a lui e Barbieri "a titolo di garanzia"  di 650mila euro che non poteva momentaneamente onorare, dopo la vendita di una sua villa a Nizza: un'operazione che, secondo la Procura di Napoli, proverebbe lo scambio denaro-nomine tra Milanese e i suoi "amici".

Marchese, si è poi giustificato davanti ai pm, affermando che dinanzi a quella somma non ha mai chiesto da dove provenisse il denaro perché aveva timore reverenziale nei confronti del deputato. All'origine del caso dei 250mila euro, un gran giro di soldi, quindi, per un'operazione apparentemente anti-economica. Una compravendita in cui Marchese e Barbieri fanno investimenti senza guadagnarci né un bene, né un euro; e in cui Milanese - lo ha detto in un'intervista a Repubblica - avrebbe venduto, "perdendoci 40mila euro", un'altra villa da due milioni di euro, questa volta a Cannes, che dovevano trattare direttamente i due, il commercialista e il sindaco. Villa che alla fine viene venduta per 1 milione e 610 mila euro. E il parlamentare appare anche in difficoltà, ma probabilmente aveva bisogno di quella liquidità.

Stralci del racconto di Marchese
 "Il Milanese - ha detto il commercialista - ci rilascia un assegno di importo pari a 650mila euro, però ci dice di attendere, perché era privo di disponibilità... E noi non eravamo troppo tranquilli. A un certo punto, nell'autunno scorso, Milanese ci convoca a Milano presso l'ufficio del Fracchia (agente immobiliare, ndr). Arriva, apre la borsa: 250mila euro. Guardo, dico: che succede? Lui: no, guardate, questi soldi voi li tenete qua a garanzia. Insomma ce li dividiamo: 125 a Barbieri, 125 io. Ma era impossibile depositare, non sapevamo la provenienza, poi io faccio il commercialista dov'è che andavo, alla faccia delle norme della tracciabilità? E allora metto questi soldi in una scatola di scarpe Adidas, e li tengo nel mio ufficio - ha proseguito Marchese -. (...) Insomma io mi rendo conto che anche con le norme antiriciclaggio, uno arriva e da dove arrivano questi soldi?". "Io non lo sapevo e neanche glielo ho chiesto, sì, Milanese è un amico, però è stato nella Finanza, è consigliere del ministro, cioè era un'amicizia... sbilanciata, ecco", ha cercato di discolparsi il commercialista.