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Stupro di Vicenza, spunta una chat: "Vogliono denunciarci", "Ma lei ha sempre voluto"

Nella conversazione intercettata dai carabinieri la "amica" della 15enne violentata e il suo amante si accorderebbero per testimoniare che lei non avrebbe opposto resistenza

Stupro di Vicenza, spunta una chat:
tgcom24

Spunta una chat sullo stupro di Vicenza della ragazzina di 15 anni, violentata nell'ottobre del 2018 nella villa di Trissino di Elisa Faggion, 31 anni, che la minorenne credeva sua amica.

Il dialogo, dopo la serata delle violenze, è tra la Faggion e il suo amante, il marocchino Nadir El Fattach. "Vogliono denunciarci perché è minorenne", dice lei. E lui replica: "Ma se ha sempre voluto".

Le intercettazioni telefoniche dei carabinieri, scrive il "Corriere del Veneto", risalgono al 31 ottobre, pochi giorni dopo la notte dell'incubo (tra il 26 e il 27 dello stesso mese). In pratica emergerebbe che i due si erano messi d'accordo per testimoniare che la ragazzina non avrebbe opposto resistenza. Ma la 15enne in realtà era completamente imbottita di droga.

La Faggion comincia dicendo a Nadir che "c'è un problema grosso" perché la ragazzina "è andata dallo psicologo, ha parlato di sabato e vogliono denunciarci perché è minorenne". Lui replica che "lei ha sempre voluto". E ancora Elisa: "Infatti era consenziente. Ora se ne ese che è stata violentata". L'uomo: "Vuole fregarci".

Secondo Elisa la ragazzina "ci denuncia tutti per gelosia" e lui condivide: "Lei lo ha fatto per gelosia, non perché l'abbiamo violentata". E la donna: "Dice di no, che non voleva", e Nadir: "Non voglio che una ragazzina mi rovini la vita per un suo capriccio", con l'altra che dichiara: "Neanch'io. Bastava che dicesse no".

La conversazione tra la Faggion e la ragazzina - Risale all'11 marzo un altro scambio di messaggi, questa volta tra la vittima e la Faggion, che cerca di convincere la ragazzina a negare la violenza. La 15enne: "Perché mi avete fatto prendere la polvere bianca? Dopo io ho perso i sensi Non ero consapevole". Elisa: "Bastava dicessi no a Zahir per la polvere bianca". L'altra risponde che lei aveva detto no "ma tu mi hai preso per i capelli. E anche Zahir. Mi avete spinto con la testa" (sul tavolo per inalare la cocaina).

La conversazione prosegue con la ragazzina che sostiene "mi facevi male. Non eravamo amiche? Ho detto basta, mi spingevo indietro" e l'altra che continua a ripetere: "Figurati se ti faccio male intenzionalmente, perché avrei dovuto?" e la ragazzina: "Perché eravamo tutti sotto la coca. La verità è questa. Anche te, dilla. Io non volevo giocare con nessuno. Mi hai venduto per la coca".