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Infanticidio ad Aymavilles, mille persone ai funerali dei due fratellini

I piccoli sono morti per unʼiniezione letale somministrata dalla mamma. Il parroco: "Siamo attoniti, senza parole"

Infanticidio ad Aymavilles, mille persone ai funerali dei due fratellini - foto 1
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Mille persone hanno partecipato, ad Aymavilles (Aosta), ai funerali di Marisa Charrere e dei suoi figli Nissen e Vivien, 7 e 9 anni, morti per un'iniezione letale somministrata dalla mamma, che subito dopo si è suicidata.

"E' un momento difficilissimo per tutti noi - ha detto il parroco don Denato Roux - e soprattutto per me, che devo portare un po' di speranza in mezzo a questo dolore incomprensibile".

Osvaldo Empereur, assistente capo del Corpo forestale valdostano, è rimasto impassibile per quasi tutta la funzione religiosa, circondato dai familiari, ma alla fine non ce l'ha più fatta ed è scoppiato in un pianto disperato.

Neanche tre giorni dopo la tragedia, la comunità del piccolo paese alle porte di Aosta si è ritrovata per le esequie. Un freddo pungente, mitigato solo in parte dal sole di novembre, ha accolto le oltre mille persone che hanno voluto dare l'ultimo saluto alla donna, infermiera nel reparto di cardiologia dell'ospedale Parini di Aosta, e ai suoi bambini. Una lunga processione, iniziata un'ora prima dei funerali. Gli Charrere e gli Empereur ad Aymavilles sono famiglie numerose, punti di riferimento per tutti.

La piccola chiesa di Cristo Re traboccava, il resto dei presenti è rimasto fuori, sul sagrato. Sono sfilati i compagni di scuola di Nissen e Vivien, le giacche nerazzurre dello sci club Drink, le colleghe di Marisa. In mezzo i volti impietriti degli anziani, gli abbracci tra le mamme, l'incredulità degli abitanti del paese.

Poco dopo le 15 le campane hanno iniziato a suonare a lutto. "Siamo attoniti, senza parole. Bisognerebbe chiudersi nel silenzio e nella preghiera. Ma sono chiamato a portare un po' di luce, un po' di speranza in questa situazione di dolore infinito e incomprensibile", ha affermato don Renato Roux. "La sofferenza che Marisa si è portata da sola - ha detto al microfono una cugina - ci ha stretto il cuore. Ora Marisa è in pace, con Nissen e Vivien. Ma noi dobbiamo imparare a stare vicino alle persone che sono sole. E non diciamo cose che fanno male, teniamocele per noi, non giudichiamo".

La cantoria di Aymavilles intona una struggente "Hallelujah" di Leonard Cohen, i singhiozzi spezzano il silenzio. La messa è finita. Osvaldo Empereur si inginocchia davanti alle bare, pochi riescono a trattenere le lacrime. I tre feretri si avviano quindi verso l'uscita, su quelli bianchi dei due bambini qualcuno ha appoggiato sciarpe e bandiere della Juventus. I bambini di Aymavilles liberano dei palloncini bianchi e uno, rosso, a forma di cuore, che il vento spinge verso le montagne.