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Inchiesta sanità Umbria, arrestati segretario Pd regionale e assessore | Indagato il governatore Catiuscia Marini

Nel mirino un concorso per dirigenti nellʼAzienda sanitaria di Perugia. In manette anche il direttore generale dellʼAzienda ospedaliera Emilio Duca

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Bufera sulla sanità in Umbria.

Ai domiciliari il segretario regionale del Pd ed ex sottosegretario all'Interno, Gianpiero Bocci, l'assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, e il dg dell'ospedale, Emilio Duca. Stesso provvedimento per il direttore amministrativo. Indagata la presidente della Regione, Catiuscia Marini. Tra i reati ipotizzati, favoreggiamento e falso. Nel mirino un concorso per dirigenti nell'Azienda sanitaria di Perugia.

Se Barberini si è dichiarato estraneo ai fatti e si è autosospeso dal Pd, oltre ad aver annunciato che si dimetterà dalla carica di assessore, il governatore in una nota ha annunciato che "mi è stata notificata dalla Procura della Repubblica di Perugia una richiesta di acquisizione di atti nell'ambito di una indagine preliminare relativa a procedure concorsuali in capo ad una Azienda sanitaria umbra. Ho offerto - ha aggiunto Marini - la mia massima collaborazione personale e istituzionale all'attività dei rappresentanti dell'autorità giudiziaria".

Zingaretti nomina Verini commissario Pd Umbria - Il segretario dem, Nicola Zingaretti, ha deciso immediatamente di commissariare la Federazione regionale del Pd dell'Umbria con la nomina di Walter Verini. Il Pd dell'Umbria si è detto "scosso dai fatti" e ha espresso "piena fiducia nell'operato della magistratura". "Ci auguriamo che tutti i soggetti coinvolti - si legge in una nota - sappiano dimostrare la loro piena correttezza ed estraneita' ai fatti contestati. Il Partito Democratico dell'Umbria è un partito sano e da subito continueremo a lavorare, con la segreteria regionale, con i dirigenti comunali e i circoli per l'imminente campagna elettorale per le elezioni europee e comunali".

Salvini: "Umbria da troppo malgovernata, ora voto" - Dura la reazione degli alleati al governo. Il titolare del Viminale, Matteo Salvini, ha attaccato: "Senza entrare nel merito degli ultimi arresti, i cittadini dell'Umbria sono malgovernati da troppo tempo; elezioni regionali subito!".

Dal canto suo, l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ha definito "molto grave quel che è accaduto in Umbria, lo è soprattutto perché parliamo di sanità, della salute delle persone, su cui per anni la politica ha speculato senza mostrare vergogna. Prima ancora di gridare al voto, c'è una cosa da fare: dobbiamo togliere la sanità pubblica dalle mani dei partiti! I partiti devono essere lontani anni luce dalle nomine negli ospedali pubblici. Bisogna metterlo per iscritto questo principio, nero su bianco, con una legge. Occorre lavorare per introdurre un sistema più meritocratico, che premi le eccellenze, non gli amici degli amici. Perché di mezzo c'è la salute delle nostre famiglie, dei nostri figli, dei nostri genitori e dei nostri nonni. Sulla sanità il Paese non può permettersi passi falsi ed è il motivo per cui anche sull'Autonomia ho chiesto cautela, perché se lo scopo è ritrovarsi con malati di serie A e malati di serie B io non ci sto!".

Procura: "Sistema avanti da sempre" - Era un "sistema che andava avanti da sempre", per la procura di Perugia. Un meccanismo che per gli inquirenti "prevedeva la spartizione" di vincitori e idonei dei concorsi che andavano dai livelli più bassi, con il personale ausiliario e le categorie protette, ai primari. Con ogni materia "che poteva essere d'interesse". A quelli che venivano individuati come possibili vincitori dei concorsi - sempre in base all'accusa - venivano fornite le tracce delle prove scritte o altre indicazioni. Ciascuno degli indagati - ritiene la procura - aveva dei soggetti ai quali si interessava in ciascuno dei concorsi finiti al centro dell'inchiesta. Cosa che anche la presidente della Regione Catiuscia Marini avrebbe fatto "in più occasioni".