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A Casal Bruciato (Roma) abitanti in strada contro assegnazione di una casa popolare ai rom: "Fuori gli zingari"

Tensione dopo il caso Torre Maura: "Prima gli italiani". E la famiglia assegnataria potrebbe rinunciare per paura. Raggi: "Non abbiamo paura di CasaPound"

A Casal Bruciato (Roma) abitanti in strada contro assegnazione di una casa popolare ai rom:
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"Noi gli zingari qui non li vogliamo, quella casa deve andare a un italiano".

Lo ripetono gli abitanti di Casal Bruciato (Roma) scesi in strada per protestare contro l'assegnazione di una casa popolare ai nomadi. "Quella casa ora l'ha occupata una ragazza con un bimbo di sei mesi - dice Nunzia, un'abitante - dormiva in macchina. Meglio un'italiana che i rom, ci deve stare lei. I rom non devono tornare o blocchiamo tutto".

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Dopo le proteste dei cittadini la famiglia nomade assegnataria di una casa popolare a Casal Bruciato potrebbe rinunciarci. A spiegarlo la presidente del Municipio IV, Roberta della Casa, che sta incontrando i cittadini. "Dopo essere stati accolti in questo modo immagino non siano propensi a rientrare - ha detto - Ora vediamo. Valutiamo se c'è un'alternativa. Si tratta di una famiglia di 5 persone che aveva i requisiti ed era in graduatoria".

"Fateci vedere queste graduatorie - urlano gli abitanti -. Ci sono italiani che dormono in macchina. La sindaca delle periferie dov'è oggi? Noi qui non ce li vogliamo". I residenti urlano in coro "revoca" riferendosi all'assegnazione. "Buffona. Andate a casa" gridano gli abitanti. In strada molte donne e anziani. "Non andremo via da qui fino a che non vediamo la revoca dell'assegnazione. Se li portassero a casa loro". Urlano ancora gli abitanti di Casal Bruciato. "Sono i nomadi di Torre Maura che stanno imboscando a gruppetti - dice Nunzia -. Gli zingari qui non lo vogliamo".

Raggi: "CasaPound non ci fa paura, Roma è la città dei diritti" - "CasaPound non ci fa paura. Roma resta una città aperta e dei diritti. Non sarà mai la città dell'odio". Lo scrive su Facebook la sindaca di Roma Virginia Raggi. "Possiamo discriminare le persone in base al colore della loro pelle, alla religione che professano o alla loro etnia? Io dico no. E lo dico perché la legge è l'unico scudo che ci tutela dalle ingiustizie e dalla sopraffazione", dice Raggi.

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