L'ex premier non deve "difendersi" solo da Beppe Grillo
di Alessandra ChertizzaDa una parte ci sono le truppe parlamentari, strette intorno a Giuseppe Conte che promette lo stop al tetto dei due mandati con la costituente, dall'altra c'è Beppe Grillo che richiama al ritorno ai valori delle origini. Con il fondatore si schiera buona parte dei big del passato, con Virginia Raggi in testa. E ora che i mugugni cominciano a fare rumore anche tra i banchi del parlamento, c'è già chi torna a parlare di scissione.
Conte tira dritto, pronto a portare la battaglia alle estreme conseguenze: l'assemblea costituente si farà - anche contro la volontà di Grillo - e potrà cambiare tutto, compresi statuto e simbolo. E convoca l'assemblea dei gruppi per un ulteriore confronto.
Il leader e il garante eano già arrivati ai ferri corti nell'estate del 2021, ma allora alcuni sondaggi li convinsero a fare buon viso a cattivo gioco. Ora, tra i parlamentari c'è chi lamenta che la decisione sulla costituente sia stata calata dall'alto e chi teme che si trasformi in un nuovo flop come per gli stati generali. Sospetti ridicoli, è un grande processo innovativo ribattono i contiani. Ma l'avvocato deve fare i conti anche con un altro potente avversario, Davide Casaleggio