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Pedalare tra Spoleto e Norcia lungo la vecchia ferrovia

Un piccolo angolo d'Italia tra paesi arroccati sui monti, abbazie e monasteri nascosti nei boschi

Nel cuore dell'Italia tra Spoleto e Norcia, in Umbria, una vecchia ferrovia a scartamento ridotto è stata da poco convertita in ciclopedonale. A rendere questo percorso ricco di fascino e suggestioni, qualcosa di unico nel suo genere, sono le tante opere di grande pregio architettonico che lo attraversano.

Pedalare tra Spoleto e Norcia lungo la vecchia ferrovia

Come ci segnala Viagginbici.com, il Magazine del Turismo sostenibile, la partenza ideale è il centro della meravigliosa Spoleto, città famosa per il suo acquedotto romano, per il Duomo e per il Festival dei due mondi. La città ispirò pittori, scrittori e poeti di tutto il mondo: dal romanziere Stendhal che espresse grande ammirazione per "la passeggiata", (il tratto di strada, oggi Viale Matteotti,) che dal centro storico si insinua tra il verde dei colli circostanti, fino a Johann Wolfgang Goethe che le dedicò una delle pagine più belle del suo “Viaggio in Italia”.

La Ferrovia Spoleto Norcia vide la sua prima corsa sperimentale il 2 ottobre 1901 e il 31 luglio 1968 transitò l'ultimo convoglio. Oggi, come accade anche nel caso di alcune delle vecchie ferrovie dismesse italiane e straniere, quel tracciato sta conoscendo una nuova vita. La ciclabile inizia nella ex stazione di Spoleto: da qui, dopo poche pedalate in città, ci si immette sulla sede vera e propria della ferrovia, che ha una pendenza costante del 4% per i primi 9 km circa. I chilometri ultimati sono 32 su 51, non continuativi. Non ci sono problemi fino a Piedipaterno e da Serravalle a Norcia, ma vale la pena percorrerla, magari scaricando la traccia gps, perché le sue caratteristiche: ha ben 19 gallerie, 24 ponti e viadotti ingegneristicamente avveniristici e di grande pregio architettonico, con vari tratti di linea elicoidali, simili a quelli che si trovano nelle ferrovie svizzere, e pendenze fino al 45 per mille nel tratto tra Spoleto e la valle del fiume Nera.

All'uscita dalla prima galleria, ecco già un punto spettacolare: il viadotto del Cortaccione, lungo 120 metri, alto più di 60 metri, il più alto del percorso, formato da quattro campate che uniscono i due lati della valle, eccellente punto di osservazione sulla zona circostante. Subito dopo c'è un'altra galleria, e il percorso continua in salita costante e in mezzo ai boschi, superando alcuni ponti che regalano viste spettacolari sulla vallata sottostante.

La salita continua ancora, fino ad arrivare alla galleria di valico della Caprareccia, lunga 1936 metri. Percorrerla è una esperienza spettacolare, si capisce cosa provavano i minatori che l'hanno scavata: è completamente buia, quando ci si trova all'interno non si vedono ne l'ingresso ne l'uscita. Sbucare all'aperto sembra un po' rinascere, tornare alla luce dopo circa 10 minuti di pedalata nella totale oscurità, un piacere da provare… Il tracciato sfiora Castel San Felice, con la sua Abbazia dei Santi Felice e Mauro, Vallo di Nera, tipico paese costruito intorno al castello che sta sulla sommità della collina; si prosegue poi lungo le acque del torrente Nera.

Una volta a Norcia si può dire di aver seguito gran parte del tracciato di una ferrovia gioiello. Ma al di là degli aspetti ingegneristici, questo percorso permette di visitare un piccolo angolo d'Italia fatto di paesi arroccati sui monti, abbazie e monasteri nascosti nei boschi. Quando si raggiunge Norcia, si scopre un altro scrigno ricco di bellezze culturali e bontà gastronomiche, celebre in tutto il mondo per le "norcinerie", ossia tutti i prodotti che vengono confezionati con il maiale e il cinghiale, primo su tutti il prosciutto di Norcia; ma sono da provare anche il tartufo nero, i pecorini e i legumi che qui hanno un sapore particolare. Dopo una sana pedalata ci si potrà ristorare gustando i piatti della tradizione locale.

Per tutte le informazioni su dove dormire e mangiare www.umbriabike.eu