FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Paraguay: in viaggio con la Fabbrica del Sorriso

Anna e Fabio ci portano alla scoperta di nuovi progetti in America Latina

In America Latina, tutte la nazioni hanno uno sbocco sul mare.

La Bolivia l'ha perso con la Guerra del Pacifico, a favore del Cile. Il Paraguay invece, non l'ha mai avuto: questo però non gli ha impedito di avere un'importanza storica. Il suo territorio si divide in due parti: quella nord ovest, che è in gran parte amazzonica, poverissima e abitata da indios Guaranì, e quella sud est, dove sorge la capitale e che ha visto l'immigrazione di numerosi europei, che hanno impiantato efficienti aziende agricole.

Il Paraguay è stato sede di uno dei più importanti esperimenti sociali della storia americana: le Reducciones Gesuitiche (ricordate il film “Mission”?). L'esperimento, all'avanguardia per l'epoca, fu soffocato nel sangue, ma rappresenta un interessante argomento di studio anche dal punto di vista architettonico, urbanistico e artistico. Questo stato è comparso nella storia solo un altro paio di volte. Negli anni '30 con la sanguinosa “guerra del Chaco”, contro la Bolivia, per conquistare le presunte ricchezze minerarie e, negli anni successivi alla 2° guerra mondiale, per aver dato rifugio a numerosi ex-nazisti.

Inevitabilmente, tutto quello che ha una qualche importanza, ha sede nella caldissima e soffocante Asunciòn. La città ha alcune caratteristiche interessanti: la prima è che dovrete fare bene attenzione agli indirizzi. Quasi tutte le vie hanno un riferimento con la guerra del Chaco. C'è quella dedicata ai fanti che vi hanno combattuto, quella dedicata agli infermieri, ai conducenti, agli artiglieri, agli aviatori o ai cappellani. Fino ad esaurire tutti i ruoli che compongono un esercito.

La seconda è che solo le vie principali sono asfaltate, mentre tutte quelle laterali sono pavimentate con un pavè terrificante, fatto di pietre senza forma, incastrate malamente. Perciò, se prendete una via laterale, rischiate seriamente di mandare a pezzi il vostro veicolo. La terza è che fa talmente caldo da spostare le ore di punta negli unici momenti freschi. Il traffico raggiunge il massimo verso le 5 del mattino, quando è ancora buio, e riprende solo dopo le 9 di sera. La quarta è che alcuni quartieri (i “bagnados”) si allagano completamente ogni anno, costringendo la popolazione (che è quella povera) a scappare di casa per qualche mese, campeggiando negli spazi rimasti liberi (discariche, terreni abbandonati, aiuole), perdendo, ogni volta che arrivano le piogge, quasi ogni proprietà.

Chi è malato, se necessita qualche cura, non ha altra possibilità di confluire su Asunciòn, dove ci sono gli unici ospedali degni di nota, ma anche con parecchie note di demerito. L'assistenza, per tutta una serie di motivi è molto carente e affidata principalmente ai parenti del ricoverato. Purtroppo, in una società poverissima, sono inevitabili una serie di conseguenze. La prima è che, visto che le cure sono somministrate gratuitamente solo “finché ce n'è”, il ricoverato finisca con l'essere curato solo “finchè si può”. L'assistenza è affidata alla buona volontà dei parenti, che campeggiano in ogni dove (ogni posto disponibile è stipato di coperte, sacchi a pelo e borse) e, quando le cure sono ormai inutili, il malato viene irrimediabilmente dimesso. In poche parole: i malati arrivano da ogni dove. Quando finalmente si decidono a fare il lungo viaggio fino ad Asunciòn, è perché la malattia si è molto aggravata. I parenti che li assistono, quando si rendono conto di non poter fare più nulla, finiscono col tornarsene a casa, lasciandoli soli. Bene. E' di costoro che si occupa Padre Aldo Trento. Nella sua eclettica struttura (scuola, collegio, ospedale, orfanotrofio, casa per madri nubili, gelateria, pizzeria book shop e parrocchia) ha riservato dei posti letto per i malati terminali e per bambini diversamente abili. Un posto lindo e tranquillo in cui passare quel poco o tanto di vita che resta, in condizioni umane. Mi rendo conto di aver solo tratteggiato il progetto, ma il contesto in cui opera è davvero scoraggiante: due giorni in giro per ospedali e “bagnados”sono stati devastanti. Così, una mattina alle 5 siamo partiti verso il Brasile, passando fra una miriade di stazioni di servizio di marche improbabili e decine di aziende agricole perfettamente coltivate, per il vantaggio di pochi. Ultimo ricordo del Paraguay: la pazzesca Ciudad del Oeste. Senz'altro la dogana più sconcertante d'America.