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Veneto: Borghetto di Valeggio, il paese dei mulini

Magiche atmosfere e sensazioni antiche a passeggio per questo romantico borgo sulle sponde del fiume Mincio

Passeggiare di sera a Borghetto di Valeggio, durante il tramonto sul Mincio o quando la nebbia confonde i contorni delle case facendo emergere solo i merli ghibellini, è come naufragare in un Medioevo immaginario.

Ci si immerge in un “unicum” urbanistico creato in simbiosi con il fiume e un paesaggio naturale di grande respiro e suggestione.

Le acque del fiume, silenziose tra anse e canneti, sono il luogo ideale per la nidificazione di numerose specie di uccelli, tra cui i cigni. Ma le stesse acque si agitano, anche in piccole cascate, e fanno da sottofondo alle chiacchiere della gente che affolla, soprattutto nei giorni di festa, questo splendido borgo entrato da anni, a buon diritto, a fare parte del Club de I Borghi più belli d'Italia.

Ma facciamo un passo indietro: una curiosità sull'origine del nome. Utilizziamo spesso il termine “borgo” per descrivere alcuni piccoli paesini della nostra Italia ma non tutti sanno che “borgo” (e quindi, in questo caso, “borghetto”) significa “insediamento fortificato”. “Valeggio”, invece, indica un “luogo pianeggiante”. La storia di Borghetto è legata alla sua importanza strategica e logistica. Infatti il fiume Mincio rappresentava, in questo punto, il guado più comodo e sicuro a sud del lago di Garda, tra le terre lombarde del mantovano e quelle venete del veronese.

Oggi, Borghetto, con il suo incantato paesaggio immobile in completa simbiosi con il fiume, non è solo un pugno di antiche case fra i tre mulini che sembrano nascere dall'acqua. E' anche: il Ponte Visconteo, straordinaria diga fortificata, costruito alla fine del 1300 per volere di Gian Galeazzo Visconti. Lungo 650 metri e largo 25, era collegato al sovrastante Castello Scaligero da due alte cortine merlate. Insomma, era quello che oggi definiremmo un “check-point”.
Del Castello Scaligero, che continua a dominare dalla sommità della collina la valle del Mincio, resta la torre Tonda, singolare costruzione risalente al XII sec. Il Castello era dotato di ben tre ponti levatoi di cui solo uno si è conservato fino ad oggi.
Da segnalare, entrando nel borgo, la Chiesa di San Marco Evangelista, la ricostruzione in stile neoclassico (datata 1759) dell'antica Pieve romanica del XI secolo, dedicata a Santa Maria, di cui restano due pregevoli affreschi quattrocenteschi.

Un'altra “perla” di questo piccolo borgo è rappresentata da una rara ed unica specialità gastronomica: i celebri “Tortellini di Valeggio”, caratterizzati da una sfoglia molto sottile e da un ripieno di carne di manzo, maiale, pollo, aromi, pane grattugiato e vino Bardolino. Anche quelli che si possono acquistare nei numerosi pastifici di Valeggio e Borghetto sono rigorosamente fatti a mano. Questo tortellino è chiamato “nodo d'amore” perché ricorderebbe il nodo di un fazzoletto di seta intrecciato da due amanti prima di gettarsi nel Mincio. Speciali al burro fuso e salvia ma ottimi anche in brodo. Insomma, il fiume Mincio è protagonista di questo borgo anche nell'enogastronomia: tra i secondi piatti, infatti, vanno segnalati il luccio in salsa, la trota e l'anguilla preparati in vari modi. Ovviamente, il tutto accompagnato dai vini DOC della zona: il Bianco di Custoza e il Bardolino.


In collaborazione con I Borghi più belli d'Italia