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Villa della Regina, il salotto delle signore

Torino, lʼeleganza aristocratica delle Residenze Reali

Dopo aver assaggiato i celeberrimi savoiardi e anche qualche gianduiotto nelle vie centrali di Torino siamo pronti per fare una passeggiata fino alla elegante e barocca Villa della Regina, costruzione seicentesca posta in posizione panoramica sulla collina che domina la città. 

In questo viaggio ci facciamo accompagnare da  www.myownitaly.com, sito di viaggi e turismo che propone una scoperta del nostro territorio anche lontano dalle mete più note e conosciute e che ci aiuta a raccontarvi la Villa della Regina.
Situata alla base della collina che guarda sul Po e su Torino, la Villa è posta sullo stesso asse che parte dalla Gran Madre di Dio. Vi si accede da un lungo viale d'accesso in salita, e all'arrivo si è salutati da una piazza-terrazza ellittica chiamata il Gran Rondeau. Proprio al centro è collocata una fontana tonda, con una statua di Nettuno, affiancata da due scenografiche scalinate che portano alla terrazza superiore. 
La Villa fa parte delle Residenze Sabaude in Piemonte e fu realizzata nel agli inizi del Seicento per volontà del principe cardinale Maurizio di Savoia; venne poi ristrutturata su progetto di Filippo Juvarra, che nella prima metà del Settecento prestò attenzione soprattutto alla villa in rapporto al complesso dei giardini. La residenza ducale infatti  costituì un modello per le "vigne" e le ville dell'aristocrazia e della borghesia: la Villa, al centro dei giardini all'italiana, si sviluppa al Piano Nobile dal grandioso salone centrale.
 
Inizialmente chiamata “Villa Ludovica” , venne poi denominata Villa della Regina a causa del fatto che fu la dimora preferita di due regine mogli di regnanti sabaudi, Anna Maria di Orléans e Maria Antonia Ferdinanda di Spagna (spose rispettivamente di Vittorio Amedeo II e Vittorio Amedeo III). In particolare la Villa era considerata il "giardino segreto" di Anna di Orleans, dove ella consumava le sue passioni amorose clandestine.
Ufficio stampa

Al bellissimo e suggestivo giardino si accede da dietro il Palazzo; esso si estende, scavato nella collina, su un emiciclo a tre livelli suddivisi da filari di siepi di bosso. Dal corpo centrale della facciata retrostante si sviluppa un'esedra semicircolare che racchiude una piccola vasca in marmo delimitato da un muro su cui sono scavate venti nicchie quasi tutte adorne di statue. Nel mezzo del muro che circoscrive l'esedra si apre una scalinata che porta ad un'ulteriore vasca cha da' sulla Grotta del Re Selvaggio, costituita da un parallelepipedo di marmo diviso in tre parti e decorato al suo interno con specchiature e pietre di vari colori. Superata la Grotta, la scalinata prosegue verso il culmine centrale dell'anfiteatro: si tratta del Belvedere superiore, alla cui base sorge la circolare Fontana del Mascherone la quale alimenta dall'alto la cosiddetta Cascatella della Naiade, una modesta cascata a gradini di pietra paralleli che affianca la scalinata e conduce l'acqua verso le fontane sottostanti tramite un sistema di canalizzazioni. Il Belvedere superiore domina invece dall'alto palazzo e giardino ed è la costruzione più elevata della Villa della Regina.
L'acqua che alimenta dall'alto verso il basso il circuito delle vasche e fontane è attinta da varie sorgenti naturali nella collina circostante. A margine del giardino si estende un grande bosco.
 
I sontuosi interni della Villa sono oggi visitabili; dal salone si accede agli Appartamenti Reali riccamente decorati, nei quali trova posto in modo esemplare il gusto settecentesco per le "cineserie”, in gran voga in quel periodo tra le cori e l'alta borghesia. L'architetto Juvarra chiamò appositamente artisti da Roma per decorare con laccature diverse Residenze Reali, da Stupinigi a Villa della Regina, appunto. In Piemonte il gusto per le cineserie durò fino alla fine del XVIII secolo mischiandosi con il neoclassicismo che proprio allora si andava affermando.
In seguito, con il trasferimento della corte sabauda al Palazzo del Quirinale , molti mobili ed opere d'arte, furono traslocati a Roma e la Villa della Regina spogliata. 
Abbandonata dopo l'esilio sabaudo e colpita dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale, la Villa ha conosciuto in seguito 50 anni di totale degrado. Oggi, dopo importanti interventi di restauro, la Villa è stata nuovamente aperta al pubblico.
Maggiori informazioni su: www.comune.torino.it/musei/elenco/villadellaregina.shtml