FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Etna: il vulcano che cambia volto

Un viaggio in Sicilia fra paesaggio e vino

Un gigante della Sicilia vivo e in continua trasformazione l'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa, che ad ogni eruzione, nient'affatto rara, modifica il suo aspetto: contemplarlo dalla riva del mare mitico che prende nome dai Ciclopi, fare escursioni dirette verso la cima e passeggiate tutt'intorno al cono fumante rendono questo pur breve viaggio un'esperienza indimenticabile.

Etna: il vulcano che cambia volto

Si atterra all'aeroporto di Catania e ci si sposta a Taormina, per prendere gradualmente confidenza, da lontano, con gli scenari selvaggi e brulli tipici del lato orientale del vulcano. Taormina, magnifica in inverno per l'atmosfera silenziosa ed elegante, priva degli eccessi tipici del “café society” dell'alta stagione, si sporge sul mar Ionio con la durezza della pietra lavica e con la delicatezza delle sfumature d'azzurro del mare baciato dal sole. Secondo il mito narrato nell'Odissea i faraglioni disseminati nelle acque della Riviera dei Ciclopi furono scagliati da Polifemo accecato contro Ulisse in fuga. Il nostro viaggiatore può trovare un rifugio da sogno all'hotel El Jebel (www.hoteleljebel.com), un cinque stelle lusso proprio nel centro storico della cittadina. Uno dei pochi begli alberghi del posto aperti d'inverno.

Per un risveglio frizzante si consiglia una camminata a piedi nudi sui sassolini che disegnano le calette di fronte all'Isola Bella, quella rappresentata nelle più diffuse cartoline di Taormina, e a seguire una allenante risalita nel centro storico fino al panoramico teatro greco.
E poi tappa in auto sul vulcano, nel grande Parco dell'Etna. La prima sosta del nostro viaggiatore sarà a Nicolosi alla sede dell'ente Parco, negli spazi dell'ex Monastero dei Benedettini di San Nicolò La Rena, antico e prestigioso edificio da visitare anche per l'interessante area museale vulcanologica, per la ricostruzione del mondo rurale etneo, per la cospicua collezione bibliotecaria, per la sua stazione sismica digitale e di rilevamento chimico dei gas (www.parcoetna.it). Visto dalla costa l'Etna appariva maestoso e riflessivo, un vecchio brontolone che dall'alto dei suoi 3.340 metri (in aumento) domina terra e acque, ma visto dalle sue pendici incute un qualche timore. Fra le escursioni da consigliare nel parco (da farsi con guide esperte, informandosi sul programma “Parco d'inverno” e dotandosi all'occorrenza di racchette da neve) ci sono il sentiero natura-Monte Nero degli Zappini e il sentiero natura-Monte Sartorius; il primo parte da pianoro Monte Vetore (Regalna) a breve distanza dal Grande Albergo dell'Etna e si snoda per circa quattro chilometri a quota 1700 metri attraverso campi lavici antichi e più recenti, grotte di scorrimento lavico, formazioni boschive, imponenti pini di eccezionale bellezza, fino a raggiungere il Giardino Botanico Nuova Gussonea, fra i più estesi e importanti che si conoscano.
Il secondo sentiero invece prende il via dalla sbarra forestale presso Rifugio Citelli, a 1660 metri, per circa quattro chilometri di lunghezza e poco dislivello: in piedi sul suolo ancora tiepido per l'ultima eruzione si potrà vedere l'imponente colata lavica del 1865 (ha un'estensione di otto chilometri), che ha dato origine ai Monti Sartorius (in onore e a memoria dello studioso Sartorius von Walterhausen, che fu tra i primi a riportare cartograficamente le più importanti eruzioni dell'Etna), caratterizzati da una serie di conetti eruttivi. E poi, mettendo in conto un po' più di difficoltà vista la stagione, si può optare per il giro dell'Etna a piedi, 42 chilometri di fatica ampiamente ripagata dalla soddisfazione del paesaggio. In ogni caso l'ideale per il nostro viaggiatore è pernottare sulla montagna in modo da goderne gli scorci in ogni momento di luce (ci sono diversi bed and breakfast e hotel spartani ma accoglienti); se poi il vulcano dovesse eruttare lo spettacolo visto da così vicino – pur sempre in sicurezza - sarebbe superbo.

La tradizione gastronomica dell'Etna è inaspettatamente ricca di sorprese: attraversando i venti comuni che ricadono nel territorio del Parco, ci si imbatte in materie prime eccellenti come i noti funghi di Nicolosi, le mele di Pedara, il miele di Zafferana Etnea, le fragole di Maletto, il richiestissimo pistacchio di Bronte e l'olio di Ragalna, poi preparati come le salsicce di Linguaglossa e i torroncini di Belpasso, tutte bontà che si possono assaggiare alla caratteristica e abbondante tavola dell'Abbazia di Santa Maria di Licodia (www.abbazialicodia.it). Non dimentichiamo di riempire i calici dell'ottimo vino del vulcano, reso unico dalla straordinaria fertilità del terreno lavico; per conoscerlo al meglio il nostro viaggiatore può prenotare una visita-degustazione alla cantina Feudo di Mezzo di Planeta, immersa fra i vigneti nei pressi di Castiglione di Sicilia (www.planeta.it/territori/etna-feudo-di-mezzo/), dove la premiata famiglia di viticoltori ha recentemente prodotto cinque nuovi vini di qualità, un Brut Metodo Classico, un Etna bianco DOC e un Etna rosso DOC e due DOC Sicilia dai nomi fortemente evocativi che celebrano la storica eruzione dell'Etna del 1614: “Eruzione 1614 Carricante” ed “Eruzione 1614 Nerello Mascalese”. In degustazione ci sarà da leccarsi i baffi bevendo Eruzione 1614 Nerello Mascarese in abbinamento con un piatto di “baduzzi”, le polpette cotte nelle foglie di limone e sorseggiando un bicchiere di Eruzione 1614 Carricante abbinato con l' “acqua cu' pipi”, ovvero la tipica zuppa di erbe selvatiche, leggermente piccante. Solitamente dopo essersi seduti a questa tavola gli ospiti non se ne vogliono più andare, presi per la gola da una parte e affascinati da quel variopinto gigante, che in inverno si presenta bianco di neve, nero di roccia antica, grigio di fuliggine e talvolta rosso di magma incandescente. Una sfida incessante fra ghiaccio e fuoco che regala immagini eccezionali a chi ricerca un'indole selvaggia nel viaggio.