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Camargue, la Francia più selvaggia tra lagune e fenicotteri

Passeggiate a cavallo, natura incontaminata e paesaggi da cartolina

La Camargue è uno degli angoli di Francia con la più spiccata identità, merito della sua collocazione geografica che ne rende il paesaggio unico ed immediatamente riconoscibile.

Si sviluppa infatti in una sorta di triangolo naturale creato dai due bracci del Rodano che, sfociando nel Mar Mediterraneo, creano il più grande delta fluviale dell'Europa occidentale; la separazione dalla terra ferma è netta al punto che la si potrebbe addirittura definire un'isola.

Il territorio ha un aspetto del tutto peculiare, si tratta di una vasta pianura in cui si susseguono ampie lagune di acqua salata, banchi di sabbia e paludi coperte da canneti. E' un ambiente che richiama molte specie di volatili, stanziali ma soprattutto migratori, si stima che approssimativamente i tre quarti delle varietà presenti sull'intero territorio francese siano presenti.

Questa è anche l'unica zona di Francia, e una delle poche in Europa, ad attirare i fenicotteri rosa che vi trovano condizioni ambientali e climatiche ottimali, tanto che vi sono esemplari vivono qui durante tutto l'arco dell'anno, mentre la maggior parte di essi, a fine estate, migra verso zone più calde. Si contano fino a 30.000 esemplari che con la loro livrea rosa colorano paludi e lagune creando uno spettacolo davvero suggestivo e affascinante, in grado di conquistare anche l'osservatore più distratto.

Un altro scenario tipico ed inconfondibilmente “camarguaise” è quello delle “sansouries”, le praterie dal suolo salato dove abbondano le basse piante di salicornia, pascolano indisturbati neri tori dall'aspetto fiero e galoppano bianchi cavalli dalle criniere ondeggianti. Questi ultimi appartengono ad una razza antica, endemica della zona, tanto da prenderne il nome, si chiamano infatti “camargue”. Sono robusti, di taglia piccola e sono da sempre usati dai “gardians”, i butteri locali, per la conduzione delle mandrie. Sono animali docili che ben si prestano ad essere cavalcati anche dai meno esperti, regalando così l'emozione di osservare e scoprire questo territorio da un punto di vista privilegiato e un po' selvaggio.

I tori sono i protagonisti di una tradizione popolare della Camargue, la “course camarguaise”, che si svolge all'interno di un'arena ma non prevede alcuna violenza, né tanto meno l'uccisione dell'animale. Al toro vengono applicati laccetti o coccarde che i “raseteurs” vestiti di bianco, coadiuvati da “tourneurs” che distraggono il toro, devono afferrare dando prova di agilità e coraggio.

Una delle arene principali si trova nella cittadina di Saintes-Maries-de-la-Mer, considerata la capitale della Camargue, nonché meta dei pellegrinaggi annuali del popolo Rom, in venerazione di Santa Sara sua patrona. Narra la leggenda che Maria Maddalena, Maria Salomé e Maria Jacobé sarebbero arrivate in questi luoghi accompagnate dalla serva Sara, dopo aver vagato in mare su una barca priva di remi, da qui l'origine del nome attribuito al piccolo centro abitato nel 1838.

Imperdibile è la cittadina fortificata di Aigues-Mortes, ancora oggi racchiusa nelle sue alte mura. E' da qui che re Luigi IX, il Santo, salpò alla volta della Terra Santa, nel 1248 per dare vita alla settima crociata, nel 1270 per lottava. Al tempo infatti Aigues-Mortes era collegata al suo porto tramite un canale fatto realizzare per volere del re, ma una volta declinata l'importanza della città, anche il collegamento al porto venne meno, inglobato nelle paludi circostanti. Dalle sue alte mura è possibile osservare le saline che caratterizzano ed ingentiliscono il territorio con le loro mille sfumature di rosa e che sin dai tempi degli antichi romani costituiscono una preziosa risorsa per i suoi abitanti.