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Donnavventura: colori e profumi di Tangeri

In visita nella città considerata porta del Marocco sull'Occidente, da sempre luogo di scambi e di grandi contrasti

La carovana di Donnavventura sbarca in Africa, prima tappa Tangeri: avamposto di confine, città di grandi contrasti.

Grande parte della popolazione qui è bilingue! Si parla sia l'arabo che lo spagnolo! Considerata la porta del Marocco, situata sulla punta più settentrionale del paese, da sempre luogo di scambio e di incontri: Tangeri conserva il fascino e il mistero che nel corso dei secoli l'hanno resa la città più cosmopolita del Paese.

Una fama che deriva dall'interesse suscitato in poeti e scrittori, rockstar e artisti provenienti da tutto il mondo. Henri Matisse la ritrasse nel celebre dipinto Vista dalla finestra di Tangeri, cercando di restituire sulla tela l'estasi provata di fronte ai suoi spettacolari tramonti; Paul Bowles incantato dalla città bianca trovò in questo luogo l'ispirazione per le sue opere letterarie oltre a sceglierla come casa per gli ultimi anni della sua vita.

Si deve alla popolazione berbera il nome attribuito alla città: Tingis ovvero palude, dovuta alla numerosa presenza di acquitrini. Come numerose sono le popolazioni passate per questo nevralgico punto di snodo del Nord africa: romani, bizantini, fenici, spagnoli, portoghesi, arabi, francesi cartaginesi e britannici.

La medina è il cuore vibrante della città, un affascinante labirinto di vicoli e strettoie in cui è facile innamorarsi quanto perdersi; basta passeggiarvi all'interno per farsi catturare dalle decorazioni delle case tradizionali, la vivacità delle botteghe, il profumo del pane arabo preparato nei forni all'aperto e l'incalzante suono degli strumenti musicali tipici del Marocco. Colori e odori si mescolano restituendo agli occhi degli avventori un'atmosfera davvero unica. Due importanti punti di riferimento restano il Grand Socco e il Petit Socco, i mercati tradizionali frequentati dai locali oltre che dai turisti. In particolare il Grand Socco rappresenta la porta d'ingresso della moschea ed è presieduto da Place du 9 avril, che unisce la moschea con la città nuova. La moschea Sidi Bou Abid che fu costruita nel 1917 e ospita un minareto in maiolica dai colori scintillanti.

È un piacere passeggiare qui dove si concentra la maggior parte dei punti di interesse della città: il museo d'arte marocchina istituito nell'incantevole palazzo settecentesco Dar el-Makhzen, i giardini del Sultano e la Kasbah, l'antica roccaforte situata nel punto più alto della medina, che offre un impareggiabile vista sullo stretto di Gibilterra. Solo sedici chilometri la separano dalle coste spagnole, una distanza d'acqua che unisce e al tempo stesso separa due continenti, ed è testimone di millenni di traffici, migrazioni, contaminazioni culturali e linguistiche.

Durante i primi decenni del 900, il Marocco perse l'indipendenza e Tangeri fu travolta da un vento di cambiamento essendo dichiarata Zona Internazionale, ciò permise lo sviluppo di una nuova area adiacente alla medina: la Ville Nouvelle, ovvero la parte moderna ed occidentale della città, traboccante di hotel, negozi, bar e locali.

Ancora oggi, nonostante gli anni, questa meta resta un sogno romantico e nostalgico, o come l'ha definita Tahar Ben Jelloun, un enigma dolce e indecifrabile, capace di stupire e ammaliare gli avventori con i suoi contrasti e le sue sfumature.