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Google, la domotica diventa per tutti ed è pronta a cambiare la nostra vita

Attraverso Google Home sarà possibile richiedere "via voce" di ascoltare musica, fare domande e ottenere risposte, prenotare un volo o leggere un messaggio arrivato sullo smartphone

Google, la domotica diventa per tutti ed è pronta a cambiare la nostra vita

La sfida dei colossi dell'informatica si muove verso nuovi orizzonti. Non solo motori di ricerca, clic sul web, portali video o social network, la nuova frontiera sono i servizi collaterali, gli aiutanti personali, la realtà virtuale e una pacifica invasione della propria abitazione attraverso periferiche che rendono la domotica non più una scelta "di lusso" ma qualcosa di accessibile a tutti. Lo dimostra Google che, nel giorno di apertura di I/O ossia la conferenza dedicata agli sviluppatori, ha presentato i nuovi prodotti per il futuro: Home, l'Assistente Google, Allo e Duo e la piattaforma per la realtà virtuale Daydream.

Google Home: la domotica diventa realtà per tutti – Uno dei prodotti più interessanti tra quelli che saranno lanciati nei prossimi mesi, e basato sulle tecnologie di ultima generazione in casa Google, è Home. Di fatto può essere pensato come un servizio di domotica a basso costo. Attraverso questo dispositivo, dal design che promette di essere elegante e perfettamente integrato in una casa moderna, sarà possibile, "via voce" chiedere di ascoltare musica, fare domande e ottenere risposte, prenotare un volo o leggere un messaggio arrivato sullo smartphone. E se gli elettrodomestici lo consentono, anche azionare il timer del forno, spegnere o accendere le luci, impostare il riscaldamento. Insomma, il motore di ricerca entrerà, anche fisicamente, nelle case.

Assistente Google: mai più soli – Le intelligenze artificiali capaci di "aiutare" l'utente sono una delle sfide per il futuro. Tenendo sempre bene a mente gli echi di "2001 Odissea nello Spazio" e una fantascienza che ha "messo in guardia" sulla possibilità che un giorno i computer possano comandare sull'essere umano (per fortuna ci sono le tre leggi della robotica di Asimov), al momento siamo fermi ad assistenti capaci di capire cosa interessi all'utente attraverso frasi più o meno complesse e trovare una soluzione.

Dopo Siri (iOs) e Cortana (Windows) arriverà presto l'Assistente Google che dovrebbe sfruttare tutta l'esperienza del motore di ricerca non solo, ovviamente, nel decodificare flussi di dati e trovare una risposta il più vicino possibile alla richiesta, ma anche il lavoro svolto sul riconoscimento vocale. E così si potrà interpellare l'assistente in ogni dove e con ogni dispositivo. Un assistente che, a differenza del motore di ricerca nudo e crudo, ha il vantaggio di "conoscere" l’utente attraverso le sue ricerche, i dati raccolti e archiviati. Un dialogo, questa è la promessa di Mountain View, più che un monologo e un "maggiordomo" capace di trovare una soluzione per ogni problema.

Allo e Duo: Whatsapp nel mirino? – Ma Google guarda anche in un settore dove fino a questo momento ha faticato: quello della messaggistica istantanea. Allo sarà la nuova App in cui è incluso, guarda un po', l'assistente Google. In questo modo, mentre si chatta con gli amici singolarmente o in gruppo, sarà possibile effettuare ricerche, condividere contenuti che non siano solo foto o video, chiedere suggerimenti. Sempre restando all'interno della conversazione. In pratica Allo dovrebbe intuire dalla conversazione cosa possa esservi utile e suggerirlo. Troppo invasivo? Forse. Duo, invece, è una App per videochiamate tra due persone. Entrambe saranno disponibili dalla prossima estate e non solo sul sistema operativo Android, ma anche iOs. Il guanto di sfida a Whatsapp è lanciato.

Realtà virtuale, ultima frontiera: lo smartphone – Mentre gli utenti aspettano sempre il successore di Marshmallow (l'ultima versione del sistema operativo Android) che per ora si chiama semplicemente N, Google ha presentato quello che potrebbe essere il futuro anche sui cellulari, ossia Daydream, una nuova piattaforma per la Realtà Virtuale in alta qualità. L'idea è quella di farla entrare nelle abitudini di tutti quelli che usano uno smartphone (ossia miliardi di persone) e non solo in quelle di qualche smanettone suggestionato da film come il Tagliaerbe o i libri di William Gibson. Come? Trasformandola in qualcosa di più comodo da indossare e semplice da usare. Il vantaggio sarà quello di poter utilizzare tutte le applicazioni in tre dimensioni, dal guardare video su Youtube all'esplorare le strade di Street View, dal noleggiare un film all'acquistare un'applicazione, più, ovviamente, tutte quelle dei produttori che vorranno utilizzare questa piattaforma.

Funzionerà? E’ difficile da dirsi. Google vanta un'esperienza non proprio positiva proprio nel settore della realtà aumentata (i Google Glass) ma proprio per questo potrebbe aver fatto tesoro del passato per trovare una chiave che convinca anche gli scettici che un visore in testa proprio non hanno intenzione di metterselo. E come andrà a finire, lo scopriremo presto.

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