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Data fusion e nuove professionalità: ecco come cambia la gestione della reputazione nell'era del digitale

Al centro della seconda giornata dei Mashable Social Media Days anche la trasformazione del settore Retail e le nuove sfide nel mondo del cooking per cattura lʼattenzione dei consumatori sul web

Data fusion e nuove professionalità: ecco come cambia la gestione della reputazione nell'era del digitale - foto 1
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Conoscere le criticità del mondo digitale per sapere come fronteggiarle e gestirle.

La rivoluzione digitale è anche questo. Non a caso negli ultimi anni sono nate figure professionali inedite come il reputation manager, in grado di gestire e tutelare, dentro e fuori la Rete, la reputazione di brand, aziende e soggetti pubblici o privati. "Con il digitale le criticità sono radicalmente cambiate - spiega Andrea Barchiesi, CEO di Reputation Science, ospite della seconda giornata dei Mashable Social Media Days a Milano -. Oggi una crisi non è più istantanea o temporanea, ma è per sempre, di conseguenza ogni azienda è in uno stato di pre-crisi continuo".


"Con i social - sottolinea Barchiesi - chiunque può scatenare una crisi: il vero segreto è essere preparati, con una sinergia di competenze e alta tecnologia". E' la data fusion, la fusione di competenze che permette di analizzare e dare un significato a una serie di dati provenienti da fonti eterogenee e riguardanti ambiti diversi. Solo così la criticità si può intercettare e gestire: "La crisi - conferma Barchiesi - va identificata in tempo, ma soprattutto va pre-mappata in tutte le possibilità in cui si può presentare", anche perché "molte crisi sono latenti, i rischi sono già presenti in Rete e bisogna lavorare a priori per ridurli o eliminarli".


Parlando di trasformazione digitale, ci sono ambiti in cui le novità si possono toccare con mano, come nel mondo del Retail e della Gdo. Per Giorgio Santambrogio, amministratore delegato del Gruppo Végé, qui "l'effetto del digitale è stato dirompente", ma ha aperto le porte a nuove possibilità per approcciare il cliente e conoscerne i comportamenti grazie "all'integrazione dei dati loyalty con quelli scanner e geografici". Quanto all'e-commerce, "non rappresenta un timore per la distribuzione fisica, perché sappiamo che è un'alternativa in più per il cliente". "Le regole però devono essere chiare - sottolinea Santambrogio -: anche chi fa e-commerce deve pagare le tasse sul territorio italiano, deve rispettare le stesse regole che governano le aperture dei punti vendita fisici e deve avere una politica di sottocosto e dumping pari alla nostra".


Ai Mashable Social Media Days si è parlato anche di food. Come si può intercettare il consumatore in un settore altamente inflazionato come quello del cooking dove tutti producono contenuti e cercano di ritagliarsi un proprio ruolo? "Bisogna costruire dei contenuti che siano differenzianti e possano catturare l'attenzione - dice Francesco Potenza, Head of Digital & Marketing Services di Parmalat Italia -. Noi abbiamo realizzato dei video molto veloci diversi dalle tradizionali ricette, con consigli su come stupire a tavola, e la risposta degli utenti ci ha premiato".