FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Ottanta euro sono pochi? Dal web ecco la campagna renziaggiungi100euro

Una startup italiana chiede di essere ascoltata dal Governo per risparmiare un miliardo

e.mail; posta elettronica, immagine piccola, blog
dal-web

Messaggio per quei dieci milioni di italiani che hanno trovato ottanta euro in busta paga in più questo mese: sembrerà incredibile ma c'è già chi propone di aumentarli. E non è un politico. L'unica contropartita che viene chiesta in cambio è di andare sul sitowww.renziaggiungi100euro.it e di condividere la campagna su Facebook o Twitter (hashtag #renziaggiungi100euro), con l'obiettivo di raggiungere centinaia di migliaia di supporter, finché qualcuno nel Governo non se ne accorga e non contatti i promotori per scoprire la loro ricetta. Pochi secondi, un clic, per sognare tutti qualche soldo in più a fine mese.

Al di là dei sogni, il messaggio appare chiaro, la richiesta anche: aggiungere cento euro a quei mille (gli ottanta al mese appunto) previsti ogni anno. Ma mentre è difficile pensare che qualcuno possa essere contrario, meno facile è invece immaginare come e cosa si possa fare per trovare quei soldi quando le casse dello Stato sono vuote. Ce lo spiega Claudio Anastasio, uno dei promotori della campagna.

Mentre mezzo Paese e l'intero Parlamento si scervellano per trovare le risorse giuste per aiutare gli italiani, voi parlate di cento euro in più. Come è possibile?
Semplice, è possibile con il risparmio: ma questa volta non si tratta di paroloni vuoti e facili. No, noi proponiamo di risparmiare un miliardo tondo e sappiamo già come. E diciamo che se con dieci miliardi risparmiati – come dice il Governo - si possono dare mille euro in più ogni anno a dieci milioni di italiani, allora vuol dire che se noi riuscissimo a risparmiare un miliardo in più, questo si tradurrebbe in altri cento euro da aggiungere a qui mille.

Un miliardo di risparmi, dite voi. Ulteriori sacrifici?
Nessun sacrificio, anzi. Le spiego: lei forse non sa che lo Stato ogni anno spende non meno di 2,5 miliardi in raccomandate postali per comunicare con i cittadini. Carta, inchiostro e spedizione, come si faceva trenta anni fa.
Beh, noi abbiamo inventato e brevettato – a livello europeo – la “raccomandata elettronica”, ovvero un corrispondente digitale della raccomandata. Secondo i nostri calcoli, di quei 2,5 miliardi almeno uno potrebbe essere risparmiato facendo viaggiare tutto online.

Lei ha detto “noi abbiamo inventato”. Chi c'è dietro questa campagna? C'è un messaggio politico?
Assolutamente no, né politico né antipolitico, c'è solo volontà e voglia di aiutare il Paese. Ci sono volontari, tutti giovani che ruotano attorno ad una altrettanto giovane startup che si chiama Tnotice. Traduzione di startup: una società che non ha grandi mezzi e risorse ma in compenso ha tante idee in tasca.

La campagna è totalmente a costo zero, siamo noi ad esserci messi in gioco come attori nel nostro video virale (http://www.youtube.com/watch?v=BjfqVIxP-xs ), ci sono le nostre mogli, madri, amici. Startup di solito è sinonimo di giovani geniacci.

C'è lo Steve Jobs italiano tra voi?
Siamo solo persone che cercano di rialzarsi dalla crisi con l'entusiasmo dello studio, di sei anni di ricerche e di fatica. Io sono il “vecchio” del gruppo: ho 42 anni e la mia vita filava liscia con il mio buonissimo stipendio, io dirigente di una grande azienda. Finché quella azienda non ha chiuso, causa crisi, dopo mesi di stipendi non pagati. Il mondo mi è crollato addosso, sono finito in mezzo ad una strada, con due valigie alla stazione. E mi ha salvato un altro dei promotori di questa campagna, Angelo, proprietario di una osteria di Anzio, che mi ha dato un lavoro e un tetto. Steve Jobs aveva un garage, noi una trattoria. Ci abbiamo guadagnato, almeno in salute.

E poi, chi altro c'è?
Poi ci sono altri ragazzi, come Luca e Raffaele, che avevano una azienda di comunicazione e informatica, che andava benissimo. Peccato che i clienti abbiano smesso di pagare, ancora causa crisi. E loro hanno dovuto chiudere, nonostante debbano ancora riscuotere cinquantamila euro di crediti che dubito vedranno mai. Ora Luca dà una mano alla moglie, Raffaele è partito per la Germania. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci.

Un rilancio dopo la crisi dunque?
Noi siamo convinti che per una volta, senza bisogno di dover andare in America, la Silicon Valley si può trovare anche in Italia. Abbiamo solo bisogno che qualcuno creda davvero che con la nostra idea lo Stato può risparmiare un miliardo. E non solo lo Stato, anche i privati cittadini, le aziende. Chiediamo solo che ci venga data la possibilità di parlare con qualcuno “in alto”.

Passiamo agli aspetti tecnici: da tempo lo Stato cerca di risparmiare su tutti i fronti, anche nelle comunicazioni con i cittadini, non a caso esiste già la Pec, la posta elettronica certificata. Un doppione?
Niente affatto. Il motivo più chiaro è questo: quanti dei lettori di Tgcom24 hanno una casella Pec? Quanti invece hanno una mail? Ecco, sappiate che chi non ha una Pec non potrà mai riceverne una, mentre tutti gli altri, tutti quelli che hanno una semplice email, possono ricevere una Tnotice, ovvero una “raccomandata elettronica”. Se non ci credete basta cercarci in internet e provare.
E' proprio questo uno dei motivi per cui la Pec non è mai decollata: perché lo Stato non riesce a raggiungere tutti i cittadini. O meglio: non riesce a raggiungere neppure tutti quelli che usano internet. E poi la raccomandata elettronica ha un valore legale enormemente superiore alla Pec, può essere impugnato in Tribunale, senza sorprese.

Oltre all'essere una versione che viaggia su internet, quale è la differenza con la raccomandata classica?
Basti solo pensare al valore legale: se noi volessimo portare qualcuno in Tribunale, sostenendo che ha saputo una notizia che volevamo comunicargli via posta, perché sappiamo che ha ricevuto una raccomandata, beh, sappiate che perderemo. Perché? Perché è sì possibile dimostrare che l'ha ricevuta, ma non che l'ha letta. La nostra Tnotice invece ti dice e certifica se l'hai ricevuta e quando l'hai letta. E poi c'è l'aspetto ecologico: quanta carta si risparmia? Quanta benzina? Il calcolo che è stato fatto – e non da noi – è che una raccomandata costa mediamente, per tutti questi fattori, circa venti euro. Vi rendete conto che sono costi completamente abbattibili?