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Silvio Muccino contro Gabriele: "Violentato dalle sue parole"

Continua la faida tra i fratelli: "Vuole spettacolarizzare il dolore, io scelgo il silenzio"

silvio muccino 2015
agenzia

La faida dei fratelli Muccino prosegue. Da sette anni non hanno più rapporti e si parlano solo attraverso i media, con dichiarazioni al veleno. Dopo l'affando di Gabriele in tv, stavolta tocca a Silvio "vendicarsi", sempre alle Invasioni Barbariche, attaccando: "Mi sento violentato dalle parole di mio fratello, vuole spettacolarizzare il dolore, io scelgo il silenzio".

Silvio Muccino contro Gabriele: "Violentato dalle sue parole"

"Non ho più speranze di recuperare il rapporto con mio fratello. In ogni caso, mi dispiace di aver reso pubblica una situazione che doveva restare personale", aveva detto Gabriele. La risposta è arrivata puntuale: "Anni fa ho fatto una scelta che sentivo necessaria ho sempre evitato di parlare per pudore e perché credo che ci siano delle cose che devono restare in famiglia, che ho contestato aspramente ma anche amato fortissimamente. Non è normale che non ci sentiamo, ma abbiamo discusso per motivi gravi. Per questo rimango basito davanti alle dichiarazioni di Gabriele che mi violentano ogni volta. Anche perché mi ritrovo sempre davanti a questa domanda 'Come va con tuo fratello?'...".

Muccino Jr prosegue: "Per motivi che non riesco a condividere, ha reso questo ovvio dolore uno spettacolo pubblico, una specie di triste reality show. Ho passato sette anni di silenzio dove Gabriele ha parlato tanto, tantissimo. Dice che Carla Vangelista mi ha plagiato ed è un'affermazione pesante. Ha detto che sono pazzo e depresso". Silvio, al terzo film come regista, conclude: "Non rivelerò i motivi per cui ho discusso con la mia famiglia, sono personali. Si è scusato con me in televisione, certo, ma non c'è bisogno di farlo in tv. Se vuole chiedermi scusa, lo può fare personalmente. Invece non l'ho mai sentito per sette anni e io non sono irreperibile né scomparso. Il mio numero ce l'hanno sia lui che sua moglie. Io non lo chiamo perché ho chiesto il silenzio, basta avere rispetto per il dolore dell'altro".