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Enzo Tortora, 30 anni fa moriva il giornalista e presentatore: da "Portobello" al calvario giudiziario

Eʼ passato alla storia per i successi tv di "Portobello" e per il processo che dovette affrontare per le accuse inventate da due pentiti di camorra

Enzo Tortora, 30 anni fa moriva il giornalista e presentatore: da
ipa

Si spegneva il 18 maggio del 1988, a 59 anni, Enzo Tortora.

Da soltanto un anno il giornalista e conduttore televisivo era stato assolto con formula piena dalla Cassazione nel processo che lo aveva visto imputato per associazione camorristica, dopo le accuse infondate lanciategli da due pentiti. Tortora era tornato in tv nel 1987 per un'ultima edizione di "Portobello", il suo programma più celebre.

A portarlo via alla fine fu un tumore ai polmoni, ma la vita di Enzo Tortora era andata in frantumi il 17 giugno del 1983, quando era stato arrestato nel cuore della notte in una maxi retata che aveva coinvolto altri personaggi noti. "Mi hanno fatto esplodere una bomba atomica dentro" disse parlando di ciò che gli era capitato. L'assurda accusa di essere un corriere della droga per la Nuova camorra organizzata, lanciatagli da due pentiti, Pasquale Barra e Giovanni Pandico, gli costò tantissimo, a partire dall'umiliante sfilata, manette in vista, fattagli fare sotto gli occhi della gente e delle telecamere il giorno dell'arresto.

Da quel momento era partita una disperata battaglia per affermare la sua innocenza. Battaglia vinta dopo quattro anni, dopo essere passato per sette mesi di carcere e molti altri ai domiciliari, una condanna in primo grado, una assoluzione in appello e quella definitiva in Cassazione. In quegli anni Tortora divenne anche presidente del Partito radicale, partito che più si battè per il suo caso, un caso diventato emblematico dell'errore giudiziario.

Al momento dell'arresto Tortora era uno dei personaggi più popolari della tv italiana. Il suo "Portobello", trasmissione da cui avrebbero tratto ispirazione moltissimi programmi degli anni a venire, per cinque stagioni era diventato un appuntamento fisso del venerdì sera, arrivando a raccogliere quasi 30 milioni di telespettatori. Dopo l'assoluzione il giornalista tornò in tv con la stessa trasmissione, aprendo la prima puntata con un commosso "dove eravamo rimasti?". Una stagione sola, che non ottenne gli stessi risultati del passato, e poi "Giallo", l'ultimo programma che dovette interrompere a causa della malattia. Il suo ultimo intervento televisivo fu pochi giorni prima di morire, con una telefonata, fatta dal letto d'ospedale in cui era ricoverato, alla trasmissione di Giuliano Ferrara "Il testimone" che ricostruiva il suo caso.