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"Almeno non siamo caduti nel trash"

Carlo Conti e Ritorno al presente

L'esperimento di Ritorno al presente, primo caso di reality storico-educativo, non ha funzionato ma Carlo Conti è "sereno e tranquillo: siamo convinti di aver fatto un buon lavoro, non cadendo mai nel trash e mantenendo la linea editoriale precisa della rete".

"La scommessa - spiega il conduttore - era vedere se il genere reality potesse coniugarsi con un linguaggio più pacato, meno litigioso".

Una sconfitta negli ascolti, ma non nel modo di intendere il reality show: "Abbiamo puntato sul fattore storico, sul cambio di epoche, sull'attenzione maniacale per che cosa si mangiava o come si viveva nei diversi periodi per sopperire alla carenza di altri elementi che invece, evidentemente, nei reality ci devono essere. Siamo abituati a una tv più distratta e il pubblico si appassiona più al clamore che a quel minimo di sostanza che abbiamo provato a comunicare con una produzione più che dignitosa e ospiti spesso di prestigio".

Conti rivendica, in linea con la rete, di non aver ceduto alla tentazione di "accelerare sul trash: potevamo mandare in onda cose più spinte o esagerate, portare i candidati all'esasperazione con punizioni eccessive, ma non l'abbiamo fatto. Alla fine il prodotto ha un suo perché, in sei serate". Dopo Miss Italia, i Raccomandati, Cinquanta canzonissime, Sanremo contro Sanremo, Conti è atteso finalmente da un periodo di riposo, ma coltiva già "tanti progetti per il futuro, più sul varietà e sul taglio generalista che è tipico della rete".