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"Person of Interest", siamo tutti spiati

La serie di J.J. Abrams, in onda su Crime, aveva previsto lo scandalo Prism

Ufficio Stampa Mediaset

"Person of Interest" di J.J. Abrams - in onda su Premium Crime ogni sabato in prima serata - racconta di una società prossima ventura, in cui ciascun cittadino può venir spiato sulla base del puro sospetto di poter compiere atti criminosi. L'idea che sta alla base della serie, quella di venire spiati dal governo, non è del tutto remota e negli Stati Uniti questi meccanismi di controllo potrebbero già essere realtà.

Come ha dichiarato Michael Emerson "la serie è scientificamente basata su fatti reali perché tutte queste tecnologie esistono e sono sul mercato". Il tema della prevenzione del crimine ad ogni costo è stato rilanciato negli USA dall'ossessione per la sicurezza post 11 settembre 2001. A riprova dell'attualità degli argomenti trattati dalla serie, nel 15esimo episodio appare - in immagini d'archivio - il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Protagonista di "Person of Interest" è Mr. Finch (Michael Emerson), un eccentrico milionario esperto di informatica. Dopo l'attentato alle Torri Gemelle di New York ha messo a punto un sofisticato software che permette di prevenire crimini non ancora accaduti. La macchina però non offre tutte le risposte: individua solamente il codice di previdenza sociale del sospettato.

Privati cittadini diventano così dei sorvegliati speciali, person of Interest appunto, controllati attraverso telecamere, pc, cellulari e carte di credito. Ma questo è illegale e nessuna agenzia federale può avallare il progetto. Finch decide quindi di ingaggiare Reese (James Caviezel), un ex agente della CIA creduto morto, per cercare di fermare i futuri criminali.