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Andrea Osvart: "Io, rinata con Transporter"

Lʼattrice protagonista della serie kolossal che parte su Italia 1: "Dopo anni di sacrifici lʼho vissuta come la grande occasione"

Ufficio stampa

Parte il 28 gennaio, in prima serata su Italia 1, "Transporter - The Series", la serie tv ispirata alle pellicole dell'omonima saga ideata dal regista francese Luc Besson, che in questo caso è produttore. Protagonista è Andrea Osvart. "Dopo anni di sacrifici ho vissuto questa come la mia grande occasione - dice l'attrice a Tgcom24 -. Il mio ruolo? Una donna intelligentissima e iper-tecnologica!".

Quello dell'attrice ungherese è un volto noto In Italia per molti lavori, dal Festival di Sanremo nel 2008 passando per tutta una serie di fiction per Rai e Mediaset. Ma la serie ideata da Luc Besson rappresenta davvero un salto di qualità nella sua carriera ("Per un'attrice essere scelta in una serie americana con un budget di 43 milioni di dollari non è una cosa da tutti i giorni" spiega lei).

Si parte dagli avvenimenti della trilogia cinematografica per rimettere in pista l'asso del volante Frank Martin (Chris Vance), ingaggiato per le missioni più pericolose ed acrobatiche a patto che il prezzo sia all'altezza del rischio. Il suo compito è quello di "trasportare" di tutto, dappertutto e per chiunque. Al suo fianco - non solo professionale - si pone l'ex agente della Cia Carla Valeri (Andrea Osvart), organizzatrice delle missioni impossibili di Martin nonché esperta di computer.

Come hai vissuto questa esperienza?
Dopo anni di impegno, sacrifici e studi, l'apprezzamento di chi mi ha scelta mi ha fatto sentire davvero appagata. Sono andata lì con grande entusiasmo. Ho sentito che era il mio momento, la mia occasione vera e quindi ho affrontato questo lavoro con il massimo della serietà.

Le serie statunitensi sono note per l'alta qualità produttiva. Hai avuto questa sensazione lavorando sul set?
Assolutamente sì. Questa è una coproduzione tra quattro Paesi. La loro intenzione era quella di creare una joint venture per dare vita a qualcosa di estremamente bello dal punto visivo: volevano fare cinema in televisione. Certe sequenze di inseguimenti di macchine di solito le vedi solo sul grande schermo.

Come è nata l'occasione per questo lavoro?
Devo essere sincera, tutto questo non sarebbe accaduto se, nel 2010, non avessi deciso di lasciare l'Italia. All'epoca ho preso la mia valigia e sono andata in America dove ho passato più di un anno e mezzo studiando, facendo corsi e migliorando il mio inglese. Anche se mi capitava di tornare ogni tanto in Italia per dei lavori, poi rientravo a Los Angeles per proseguire questo investimento su me stessa. E alla fine è arrivato questo provino.

E' come se avessi ricominciato da zero...
Esattamente così. A me piace, sono una persona che ha bisogno di cercare nuove sfide e sempre stimoli diversi. Le cose qui in Italia si stavano un po' appiattendo, facevo una fiction dopo l'altra e nulla cambiava. Avevo bisogno di cambiare un po' aria.

Cosa non ti piaceva di come stava andando il tuo lavoro qui da noi?
Soprattutto i ruoli. Ero sempre la bella di cui uno si sinnamora. Non c'era varietà e io avevo voglia di essere considerata un'attrice più brava, valorizzata per diversi miei aspetti. Così ho capito che avrei dovuto andarmene per poi tornare più avanti con una cosa diversa dalle fiction italiane.

E il tuo ruolo in "Transporter" com'è?
Mi è piaciuto molto perché Carla Valeri è una donna molto intelligente e in gamba. Io sono il cervello e la mano destra del Transporter. Tra l'altro mi sono sentita molto a mio agio con il personaggio perché lei è una donna molto tecnologica come lo sono io nella vita. Adoro la tecnologia, uso ogni sorta di cellulare, tablet o marchingegno che sia.