Juve, Buffon eterno campione: parate e miracoli, stagione storica
Simbolo della Juve e della juventinità, il portiere ha sigillato lo scudetto a Firenze dopo un'annata senza precedenti
Non sarà tanto originale scrivere che le mani sullo scudetto la Juve siano quelle di Gigi Buffon, ma è vero, è così, ed è innegabile. Trovare le parole giuste per elogiare il numero uno bianconero è un esercizio difficile, in effetti: si rischia di essere scontati. Ci proviamo, partendo dalla fine.
Partendo non tanto da quel rigore parato a Kalinic a Firenze, fotografia perfetta della ferocia Juve che poco prima si era ripresa il vantaggio-scudetto con il gol di Morata, ma dagli istanti immediatamente successivi. Buffon para il rigore. Poi, eseguendo alla perfezione quello che insegnano alla scuola calcio ai portierini, e cioè "rialzati subito dopo una parata", Gigi in meno di un amen si oppone col corpo alla ribattutta. Proprio come un giovane numero 1 che vuol dimostrare al proprio allenatore di aver appreso l'insegnamento. In quel momento tutti, non solo gli juventini, hanno rivisto quel ragazzone che debuttò in Serie A con il Parma a 17 anni. La doppia parata scudetto contro la Fiorentina è arrivata con la carta d'identità che recita anni 38.
C’è tanta, se non tutta, la Juve di questa stagione in quell’immagine. Una squadra partita da terra e arrivata in vetta, che è un po’ quello che ha fatto Gigi: dal tetto del Mondiale alla cantina della B, fino all’olimpo dei cinque scudetti di fila. E questo, più di tutti, ha il numero 1 stampato sulla pelle degli juventini.
In principio era stato Thereau, ad agosto, a bucare Buffon. Otto mesi dopo quel gol dell’Udinese allo Stadium Gigi ha raccolto solo altri 16 palloni dalla sua porta. E nel frattempo ha stampato il nuovo record di imbattibilità nella storia della Serie A: 974 minuti di fila senza prendere gol, più di 10 partite, una vita, calcisticamente parlando. Nel 2016 gli hanno tirato in porta, in campionato, 47 volte: in 43 occasioni ha saputo dire di no.
Parate non banali, parate da supereroe. Il derby di andata, sigillato da campione, quello del ritorno, nel quale ha abbattuto il record di Sebastiano Rossi. Tutta la stagione è stata costellata di parate fondamentali e di pochissime sbavature, fino ad arrivare al rigore di Kalinic. Ma negli occhi di tutti, probabilmente, resterà quel prodigio con il quale ha negato al Milan e a Balotelli la gioia del gol nel match di ritorno di San Siro: miracolo è dir poco.
In campo in 34 partite su 35 (a riposo solo nell’andata con il Frosinone) Buffon ha collezionato solo tre insufficienze nelle nostre pagelle (Udinese, Napoli e Carpi). Oltre a Bonucci, che lo ha bucato con un’autorete, sono stati 16 i giocatori ad averlo trafitto: 16 fortunati che potranno dire di aver fatto gol al portiere più forte che hanno affrontato. Le cui mani hanno scansato tutti per arrivare a sollevare uno Scudetto mai tanto meritato.
di LUCIANO CREMONA
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