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L'anno nero di Messi, le tappe della caduta della stella

La sconfitta nella finale Mondiale è la "ciliegina sulla torta" di una stagione che la stessa Pulce ha definito negativa: vediamo perchè

messi
Afp

46 partite stagionali e 41 gol, la conquista della Supercoppa spagnola, il record di miglior marcatore assoluto della storia del Barcellona (371 reti in 412 partite), il raggiungimento del secondo posto nella classifica all time dei marcatori della Liga, il record di gol segnati nel Clasico ottenuto grazie a una tripletta al Bernabeu, 4 gol al Mondiale perso solo in finale.

Sembrerebbe una stagione da incorniciare per Leo Messi e invece è stata la peggiore della sua incredibile carriera: il Mondiale brasiliano ha sancito l'irraggiungibilità della leggenda di Maradona, il Barcellona ha pericolosamente sfiorato gli 'zeru tituli' e la Pulce ha ricevuto un mare di critiche. Riviviamo le tappe fondamentali dell'annus horribilis di Messi

Lʼanno nero di Messi, le tappe della caduta della stella

Infortuni - In quattro anni con Guardiola solo uno stop per la Pulce, che invece nella passata stagione è stato martoriato dagli infortuni. A novembre si fa male al bicipite femorale (per la terza volta negli ultimi quattro mesi), rientra nel 2014, ma prima del momento clou della stagione (quarti con l'Atletico) va di nuovo ko e non riesce a incidere


Il Pallone d'Oro - Dopo quattro anni di dominio assoluto del numero 10 blaugrana, il riconoscimento individuale più importante del mondo del calcio viene assegnato all'eterno "nemico" Cristiano Ronaldo, che scoppia in un pianto di gioia al momento della premiazione.


Vomito - Pizzicato dalle telecamere mentre vomitava in campo durante un'amichevole dell'Argentina a marzo, a fine partita ha dovuto ammettere: "Nulla di grave: è qualcosa che mi succede spesso, quando gioco e quando sono a casa. Poi passano. Ho fatto migliaia di studi per capire la causa, senza però arrivare a nulla". Alcune malelingue hanno dato la colpa alle cure effettuate durante l'adolescenza per combattere il problema della crescita.


Vilanova - A fine aprile muore, dopo una lunga battaglia contro la malattia, Tito Vilanova. L'ex tecnico del Barcellona è stato come un secondo padre per Messi e la sua scomparsa ha sicuramnete inciso in modo determinante sulla testa di Leo.


Contestazione - Dopo la sconfitta in finale di Coppa del Re contro il Real Madrid di Bale, i tifosi blaugrana hanno contestato Messi e la squadra all'urlo "mercenari". Per la prima volta in 5 anni il Barcellona chiude una stagione con un solo titolo in bacheca, la supercoppa conquistata d'estate.


Le scuse - Dopo il pareggio con l'Atletico che costa la Liga al Barcellona, Messi si scusa: "Chiedo scusa a tutto il Barcelonismo, prometto che il prossimo anno torneremo ad essere all'altezza di questo club e centreremo risultati importanti. Le cose non sono andate come auspicavamo, è stato un anno duro a livello individuale e di squadra".


Tata Martino addio - Il tecnico non ha mai legato fino in fondo con Leo Messi ed è stato fatto fuori dal club subito dopo la fine della stagione. Per sostituirlo si facevano i nomi di Klopp, Simeone e De Boer, ma la scelta è caduta su Luis Enrique e probabilmente la Pulce ha avuto un ruolo fondamentale


Il rinnovo - Pochi giorni dopo infatti è arrivato il rinnovo di contratto, che ha reso Messi il giocatore più pagato del mondo (20 mln a stagione più 5 di bonus): "Sono felice di continuare qui a casa mia. Il Barcellona decide il mio futuro, ma la mia intenzione è andare avanti qui, sento sempre lo stesso affetto attorno a me".


Il Mondiale - L'avventura in Brasile doveva sancire il raggiungimento di Maradona nell'Olimpo del calcio argentino e mondiale, invece Messi (dopo un ottimo inizio) fallisce l'appuntamento con la storia, viene criticato in patria ("decide lui i partner d'attacco e il gioco della squadra", dicono i media) e anche dal Pibe de Oro: "Messi non meritava il premio della Fifa, è un premio frutto del marketing e mi sembra fuori luogo. Andava premiato James Rodriguez". Forse questa è la cosa che fa più male.