Rossi non si rassegna mai, ma la Yamaha deve fare di più
LʼAustralia ha dimostrato che per battere Marquez e la Honda bisogna sempre essere al 100%
Il vocabolo “rassegnazione” non esiste nel dizionario di Valentino Rossi. L’eterno ragazzo lo ha sottolineato anche in Australia, mettendo in pista una gara sontuosa nonostante la partenza nella bruttisfera della griglia. VR46 si è sbarazzato in fretta dei colleghi, piazzandosi sul podio virtuale in pochi chilometri. Podio che si è concretizzato con il secondo posto alle spalle di un indemoniato Cal Crutchlow. La gara di Phillip Island dimostra che lo smalto di Rossi è rimasto intatto, nonostante una stagione che ha riservato qualche delusione di troppo. Il problema semmai è la scarsa lucidità della squadra quando si tratta di affrontare gli scenari più complicati.
E’ accaduto anche in Australia e Valentino lo ha giustamente rimarcato. La reazione è arrivata nell’unica finestra “normale” del finesettimana, nel senso del warm up disputato su asfalto asciutto. Pochi minuti che hanno permesso comunque a Rossi di mettere a punto una Yamaha che in gara ha assecondato la sua rimonta. Arrivati ormai alla fine di questa stagione, matura l’impressione che il Valentino del 2016 sia stato nel complesso più veloce rispetto a quello dell’anno scorso, mentre la Yamaha ha fatto un passo indietro sia a livello tecnico che nella gestione dei finesettimana di gara. La cartina tornasole la offre il rendimento di Jorge Lorenzo nell’arco della stagione, troppo spesso evanescente nel confronto con il compagno di squadra. Ora occorre riflettere su tutto ciò che non ha funzionato perché lottare alla pari con Marquez e la Honda richiede lucidità e attenzione sempre al 100%.
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