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Milan e Inter, il flop nasce dal mercato

I motivi della crisi delle milanesi sono molteplici, ma il confronto con le campagne acquisti di Juve e Roma è impietoso

Milan, Inter, Sant'Ambrogio, calcio, Serie A
SportMediaset

Settimo posto, 21 punti, 3 sconfitte e 18 gol subiti sulla sponda rossonera del Naviglio, dodicesimo posto, 17 punti, 5 sconfitte e 21 gol subiti su quella nerazzurra: a memoria si fatica a ricordare un inizio peggiore di campionato delle milanesi, che dopo 14 giornate sembrano già tagliate fuori dalla corsa all'Europa che conta (solo Verona ha raccolto meno punti).

La doppia sconfitta nel giorno di Sant'Ambrogio, patrono della città, ha evidenziato il momento nero delle squadre all'ombra della Madonnina, ma i motivi di questa crisi hanno radici profonde e vanno ricercati soprattutto nel mercato.

Nelle ultime due sessioni di calciomercato le milanesi hanno cambiato molto, a partire dagli allenatori: molti senatori hanno fatto le valigie in nome di una rivoluzione dettata ora dalla necessità di svecchiamento, ora da necessità economiche e in totale sono arrivati 18 volti nuovi. Ma se la Roma sostituisce Benatia con l'ottimo Manolas e la Juve Quagliarella con il campioncino Morata, a Milano il distratto Vidic non può non far rimpiangere Samuel e il volenteroso Torres segna nettamente meno dello svogliato Balotelli. Forse più che un problema di gioco o di mentalità, di difesa a tre o a quattro, di vero o falso Nove, il problema sta nella qualità delle rose, a partire dagli allenatori.


Filippo Inzaghi è un uomo Milan, i tifosi lo amano e lui ha tanto entusiasmo, ma è un esordiente in Serie A e deve fare ancora tanta esperienza. Dall'inizio del campionato il tecnico rossonero ha cambiato sempre molto, modulo e uomini, alternando buone prestazioni a cadute rovinose e dando sempre l'idea di guidare una squadra che è ancora un cantiere aperto. Per quanto riguarda Mancini è forse troppo presto per fare un bilancio, ma il suo ingaggio è comunque la prova di un progetto fallito (Mazzarri) e "l'operazione ritorno" appare poco sensata visto che ai tempi dei tre scudetti consecutivi il Mancio guidava una Ferrari e ora la macchina Inter sembra molto meno potente.

I tifosi rossonerazzurri sfogliano gli album di figurine di qualche anno fa con grande nostalgia, quasi con un groppo in gola. L'ultimo Milan scudettato, parliamo solo di tre anni fa, schierava gente come Nesta, Thiago Silva, Pirlo, Gattuso, Seedorf, Ibrahimovic, Zambrotta, Ambrosini, oggi a sostituire quei campioni sono arrivati i vari Rami, Alex, Honda, Essien, Van Ginkel, Torres, Armero e Bonaventura e ovviamente non possono arrivare gli stessi risultati. Il Milan di Ancelotti, di cui Inzaghi è stato grande protagonista, ha costruito i suoi successi sulla qualità elevatissima del centrocampo e sulla solidità dei centrali difensivi, oggi il centrocampo dei rossoneri ha piedi meno buoni di quello dell'Empoli e la difesa ha preso 18 gol in 14 gare.


La storica Inter del Triplete, anno 2010, ha costruito le sue fortune sulle giocate straordinarie di giocatori di talento come Maicon, Sneijder, Et'o', Milito, Stankovic, Lucio, Cambiasso, nell'Inter di oggi quel talento è stato sostituito da Kuzmanovic, Medel, M'Vila, Dodò, D'Ambrosio, Vidic ed Hernanes e ovviamente la qualità del gioco ne risente e i risultati non arrivano. Fare gol all'Inter di Mourinho era un'impresa difficilissima per chiunque, quest'anno, per esempio, De Ceglie ha segnato una doppietta ai nerazzurri. Insomma, la Milano del calcio è in crisi nera, ma non può essere una sorpresa: per vincere ci vuole qualità e la qualità costa, la sessione di mercato di gennaio offre alle milanesi un'opportunità unica per dare una svolta alla loro stagione.