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Italia, Conte non transige: allʼEuropeo solo uomini veri e seri

Il ct "avvisa" Insigne, Berardi e Balotelli: la storia dei grandi esclusi

Italia, Conte non transige: all'Europeo solo uomini veri e seri

A qualificazione raggiunta, Conte già pensa all’Europeo e, più di ogni altra cosa, pensa a costruire una nazionale fatta da uomini seri e veri, dediti al lavoro, all’applicazione, all’essere professionisti responsabili. Per gli altri non ci sarà spazio, indipendentemente dal talento. Il fatto che non abbia forzato più di tanto per convincere gli infortunati Insigne e Berardi a rimanere nel gruppo è un avviso ai naviganti; come la non convocazione di Balotelli, dal quale pretende un sostanzioso percorso di redenzione per essere nuovamente preso in considerazione.

Storie di oggi che si aggiungono a quelle di ieri, come quella di Mariolino Corso, tutto estro e sinistro, talento autentico, che per un gestaccio - quello dell’ombrello rivolto all’allora selezionatore Giovanni Ferrari presente in tribuna a San Siro - dopo aver segnato uno splendido gol in amichevole alla Cecoslovacchia, venne escluso dal mondiale del Cile del ’62. Un gesto che avrebbe pagato a caro prezzo, visto che anche Mondino Fabbri non lo avrebbe chiamato per la spedizione inglese del '66.

Stessa sorte sarebbe toccata al suo naturale successore all'Inter Evaristo Becalossi. Un'intervista polemica nei confronti di Enzo Bearzot, reo di non averlo mai preso in considerazione nonostante l'ottimo rendimento in campionato, lo costrinse a vedere in tv il trionfo madrileno dell'82. Walter Zenga perse inizialmente l'azzurro per essersi reso irreperibile, per questioni di cuore con l'allora presentatrice tv Marina Perzy, dopo essere stato convocato dallo stesso Bearzot alla vigilia di una trasferta in Irlanda. Tuttavia il ct lo avrebbe più tardi perdonato e portato in Messico nell'86 come terzo portiere.

Particolare la storia dei sampdoriani Mancini, Lombardo e Vierchowood che si autoesclusero ai tempi in cui c'era Sacchi al timone azzurro per la quasi certezza di non essere presi in considerazione quali titolari . Lo “zar” comunicò la sua decisione attraverso una lettera in cui dettava le condizioni: “O gioco o me ne sto a casa”. Clamoroso il rifiuto di Vialli che nel '95, un anno prima dell'Europeo d'Inghilterra, non accettò la convocazione pervenutagli solo dopo che a suo dire Arrigo Sacchi ne aveva verificato il gradimento degli altri azzurri attraverso un sondaggio.

Beppe Signori si giocò il posto durante il mondiale di Usa '94 per aver contestato al ct l'impiego in un ruolo non suo, più mediano che punta, dopo che contro la Norvegia (partita vinta per 1-0 nonostante l'inferiorità numerica) si era adattato per necessità a fare il centrocampista. Mentre nei tempi recenti il caso più emblematico è stato quello di Antonio Cassano, escluso da Lippi dalla spedizione sudafricana, per il suo essere più sregolatezza che genio.

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