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Mancini in esclusiva: "Simeone? Quando andrò via..."

L'allenatore dell'Inter a Premium Sport: "Un giorno tornerà, giusto così"

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Anche Mancini vota Simeone sulla panchina dell'Inter, ma fra qualche anno: "Quando andrò via io... Non possiamo allenare in due. Io resto anche l'anno prossimo". Il tecnico nerazzurro, intervistato in esclusiva da Premium Sport, ha continuato: "Un giorno tornerà, giusto che abbia questo obiettivo. E' bello e significa che l'Inter è un grande club". Il Mancio ha già in mente i rinforzi per la prossima stagione: "Abbiamo bisogno di grandi personalità".

Mancini ha anche elogiato l'allenatore dell'Atletico Madrid: "Simeone, come Guardiola, sta facendo cose straordinarie, anche se chiaramente per Diego non è stato facile perché ha in campionato squadre come Real Madrid e Barcellona. Trasmette ai suoi giocatori una grinta e una carica agonistica incredibili, ma anche tatticamente è molto attento: è molto difficile giocare contro l’Atletico Madrid. Le sue dichiarazioni sul futuro sulla panchina dell’Inter? Credo che sia anche giusto: è stato un giocatore dell'Inter e credo sia giusto che pensi così, sarebbe una cosa bella. Se io resto? Beh, allenare in due non si può: sarei felice se un giorno lui possa tornare in Italia".

In Champions Milan e Inter non ci sono: "In Spagna ci sono le due squadre più forti al mondo, che hanno budget infiniti e negli ultimi anni si è inserito l’Atletico. Sono cicli: in questo momento in Italia stiamo ricostruendo e il fatto che spesso venga snobbata l’Europa League è un grave errore, perché l’Italia non può non avere quattro squadre in Champions. Per quanto riguarda l’Inter, siamo sulla buona strada: ci vuole tempo e purtroppo in questo percorso si possono commettere anche degli errori".

Alti e bassi per i nerazzurri in questa stagione: "Dalla partita di coppa con la Juve abbiamo sempre fatto ottime gare, però commettiamo delle ingenuità e sbagliare, quando si lavora per ricostruire, è un passaggio che capita. Tutti sbagliano, dal sottoscritto all’ultimo dei magazzinieri: noi dovevamo essere tra Napoli e Roma e giocarci le posizioni con loro, se non è accaduto anche io sono responsabile. Ma bisogna avere pazienza, cosa che in Italia manca e spesso ci fa fare brutte figure".

I frequenti cambi di formazione?
"Capitava spesso all’inizio, perché tutti i giocatori erano pronti, ma negli ultimi mesi sono quasi sempre stati gli stessi a giocare. Se sento la società vicina? La società mi è sempre stata vicina: in Inghilterra gli allenatori non vedono mai il proprietario. Io Thohir lo sento tutte le settimane e il resto dello staff lo vedo tutti i giorni ad Appiano, quindi da questo punto di vista non c’è alcun problema".

Yaya Tourè è sempre nel mirino
: "Difficile parlare adesso di mercato, sicuramente dovremo fare delle scelte e sperare di azzeccarle: lui è un grande giocatore, ma è un giocatore del City. Il calcio è strano: a volte non c’è bisogno di cambiare tanto. Noi abbiamo bisogno perché stiamo ricostruendo, abbiamo bisogno di calciatori che abbiano personalità e tecnica elevate, ma non è facile trovare giocatori bravi e che al tempo stesso non costino tanto".

L'Inter potrebbe diventare cinese: "Sono amici del presidente Thohir. Può darsi che ci sia un interessamento, ma non lo so: se succederà qualcosa, sarà per il bene dell’Inter, per tornare a competere in Champions League".

Puntare su qualche giovane italiano? "Il problema è trovarli, arrivarci prima, ma non è semplice: credo sia giusto creare una base italiana, ma trovarli, e trovarli per l’Inter, non è semplice. Anche per il solito discorso sulla pazienza che in Italia non c’è. Il giocatore che quest’anno mi ha stupito di più è Brozovic: è migliorato molto e penso possa diventare un grande centrocampista. Anche Kondogbia e Perisic hanno dimostrato di avere qualità importanti. Questo significa che a volte bisogna sapere aspettare e magari passare attraverso qualche delusione.

Il futuro potrebbe essere sulla panchina della Nazionale: "Non capita a tutti di allenarla, non è un traguardo per tutti: il lavoro è diverso però può essere ugualmente bello e piacevole. Quando arriva la chiamata della Nazionale, se c’è la possibilità, penso che uno debba accettare".

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