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Inter, Pioli e la rincorsa Champions: cinque sfide da qui a Natale decisive

Le indicazioni del derby: luci e ombre di una squadra da ricostruire

Inter, Pioli e la rincorsa Champions: cinque sfide da qui a Natale decisive

Otto punti dalla zona Champions, sette squadre davanti (Juve esclusa) e cinque partite da qui a Natale probabilmente decisive. Tre di queste per di più contro squadre più in alto in classifica, snodi dunque cruciali in chiave rimonta. Insomma, se Stefano Pioli crede nella rincorsa all'Europa che conta e se è vero che il derby gli ha ancor più confermato di avere in mano un'Inter capace di prendersi come minimo il terzo posto, ecco che i prossimi 450 minuti gli/ci daranno una risposta se non proprio definitiva per lo meno molto pesante.

Si parte dunque dalla Fiorentina a San Siro per proseguire subito con la visita al Napoli al San Paolo. Poi ancora in casa col Genoa, in Emilia col Sassuolo e chiusura al Meazza con la Lazio, esattamente come un anno fa quando giusto prima di Natale proprio i biancocelesti di Pioli e Candreva aprirono le prime crepe nell'Inter manciniana.

L'Inter vista ieri sera contro il Milan ha dato segnali sicuramente confortanti. Indicazioni di una possibile inversione di tendenza. Il modulo utilizzato a inizio partita, il 4-2-3-1, è lo stesso di sempre ma con un'interpretazione - in Candreva tanto per citare un nome su tutti - differente, con una maggior mobilità e intercambiabilità davanti.

Poi, ancora, la scelta di Medel difensore definita non un esperimento ma una decisione di prospettiva. E lì il cileno sarà sicuramente riproposto. La cura Pioli sembra poi aver "rivitalizzato" anche Kondogbia che, prima che si perdessero distanze e misure, è sembrato in ripresa.

Poi, sia chiaro, restano i problemi: dalla mancanza (ormai cronica) di equilibrio alla distanza (causa-effetto) tra i reparti, dalla fragilità difensiva (combinata con errori individuali macroscopici) alla difficoltà eccessiva nel concretizzare (troppe palle gol sprecate e il solo Perisic a supplire ai passaggi a vuoto di Icardi). Già, Icardi: cecchino formidabile, è vero, ma un uomo in meno quando non gira, quando non entra in partita, quando si smarrisce come ieri sera. E qui, forse, conviene capire se e come affiancargli un'altra punta.

C'è tanto, insomma, da lavorare. Tanto da ricostruire. Partendo però dal buono visto ieri, da una rimonta che anche dal punto di vista mentale può rappresentare una svolta. E se davvero è cambiato l'approccio psicologico - oltreché quello fisico e tattico - lo capiremo presto. Fiorentina e Napoli saranno passaggi chiave.

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