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Genoa, Juric: "Quando mia moglie mi parla penso a Gakpè"

Il tecnico al Secolo XIX: "Allenare mi stressa, ma mi rende felice"

Genoa, Juric: "Quando mia moglie mi parla penso a Gakpè"

Dopo aver portato il Crotone a una storica promozione in Serie A, Ivan Juric, al battesimo nella massima serie, sta confermando il suo grande valore. “Allenare mi stressa, ma mi rende felice, mentre giocare non mi manca per niente - ha confessato il tecnico del Genoa al Secolo XIX - Allenare mi piace molto di più che giocare. Nella vita privata hai un'assenza mentale, tua moglie ti parla e tu magari pensi a Gakpé".

Juric descrive pregi e difetti del lavoro che tanto ama. "Con i miei giocatori, fino all'esagerazione forse, verità. Dirsi tutto in faccia, anche le cose brutte. Per poterlo fare prima devono sapere che hai fiducia in loro, gli vuoi bene. È la base. Ed è ciò che mi ha insegnato la vita".

Rispetto a tanti altri colleghi ex calciatori, la sua carriera passata non gli manca. "Quando ho smesso ho avuto un rifiuto totale. Inoltre ho iniziato subito ad allenare. Magari è il nervoso che mi tiene magro, perché non è che stia attento a quel che mangio… - ha spiegato - “Allenare mi piace molto di più che giocare. È più impegnativo, hai più responsabilità, lavori di più, ma mi trovo meglio. Mi piace anche se si vive male: da calciatore non mi è mai successo di non dormire la notte, invece ora capita che ti svegli alle 4 di notte e cominci a pensare a come far male al Bologna, non chiudi più occhio. Ti stressi 24 ore su 24. Però ti dà tanto, è fantastico".

Il lato affaristico del calcio moderno è ciò che a Juric piace di meno. "Non mi piace il business del calcio, dove devono mangiare un po’ tutti... Oh, non è che mi lamento, con questo business guadagno una barca di soldi, mi fa stare bene economicamente e mi consente di fare un lavoro bellissimo. Siamo fortunati. Ma non mi piace l’affarismo".

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