Bacca non si ferma più: "Stiamo bene, ma possiamo stare meglio"
Il colombiano del Milan: "Abbiamo tre partite in otto giorni, se non ne vinciamo neanche una cambia tutto"
Sulla strada di Carlitos c'è uno strano derby sudamericano. Da una parte lui e la sua Colombia, dall'altra l'Argentina di Higuain e Dybala. In mezzo una partita che non varrà tutto, ma può dirla lunga sul futuro del Milan. Lo dice Bacca, senza giri di parole, perché "abbiamo tre partite in otto giorni, se non ne vinciamo neanche una cambia tutto. Dobbiamo tenere la testa libera. Stiamo bene ma si può stare meglio".
Sulla strada di Carlitos ci sono anche le vie non seguite, gli aerei non presi, le occasioni lasciate in sospeso. Lo volevano in tanti l'estate scorsa e Bacca sembrava destinato a lasciare il Milan. Ma ha deciso di restare, di non svestire il rossonero per provare a inseguire l'Europa a partire da Milano. Lo ricorda lui stesso al Corriere della Sera: "Sono rimasto tranquillo. Ero uno dei due-tre giocatori che potevano portare un po’ di soldi al club. Sono arrivate proposte da altre squadre, il West Ham è quella che ha insistito di più. Ma restando ho preso la decisione migliore, grazie a Dio. Qua ho un ruolo importante, mi sono sempre sentito un leader, un giocatore maturo perché ho provato diversi campionati. Quest’anno anche di più perché è la mia seconda stagione".
Ma Europa, dicevamo: “I tifosi devono stare tranquilli, lavoriamo piano piano per migliorarci. Vedremo dove saremo alla fine, speriamo in Champions. Sono qui per portare il mio granello di sabbia. Il Milan deve stare in Europa, prima in Uefa, presto in Champions. È dove voglio giocare anch’io: lavoro per arrivarci come leader del Milan”.
Certo qualcosa è cambiato quest'anno. E non è solo una questione di risultati. Piuttosto di filosofia. L’arrivo di Vincenzo Montella ha modificato radicalmente il modo di vivere le partite: "Se mi diverto di più? - dice Bacca -. Dipende dal tipo di allenamento, dal lavoro quotidiano che è cambiato: per me il calcio si gioca con la palla, devi correre, è normale, ma se fosse solo corsa il Real Madrid prenderebbe Usain Bolt. Come dice Ronaldinho, il calcio è allegria, divertimento, sorriso: non è mica una guerra. Questo mi piace: lavorare non mi piace tanto, giocare sì. Montella sa che all’attaccante devono arrivare palloni, sa che se si gioca più avanti, con esterni o terzini che spingono è più facile”.
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