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Valentino Rossi, guai con il fisco

Contestata evasione di 60 milioni

L'Agenzia delle Entrate ha inviato a Valentino Rossi una notifica per un accertamento fiscale.

Secondo quanto si apprende dalle agenzie di stampa, l'evasione sarebbe di circa 60 milioni di euro. Il procedimento riguarderebbe gli anni 2000-2004, il periodo in cui il Dottore di Tavullia decise di trasferire la residenza in Inghilterra. L'Agenzia potrebbe denunciarlo alla magistratura per il reato di omessa dichiarazione.

I FATTI - In attesa di ulteriori accertamenti, sembrerebbero guai in vista per Valentino Rossi sbandato pericolosamente, non in pista, ma con il fisco. Il discorso per il Dottore, va fatto però a monte. Il 15 marzo del 2000, Vale decise di trasferire la sua residenza in Inghilterra per un viaggio non visto benissimo dal fisco che subodorava il fatto di non voler pagare le tasse in Italia. Proprio da quel momento sarebbero cominciati tutti gli accertamenti ed è di questi giorni la ricostruzione effettuata sulla base delle indagini condotte dall'Ufficio di Pesaro dell'Agenzia, in collaborazione con la Direzione regionale delle Marche e la Direzione centrale di accertamento. Il risultato, sempre secondo le agenzie di stampa, sarebbe che il 6 aprile del 2000, Valentino avrebbe presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra per cifre definite "irrisorie", attestando di essere residente, ma non domiciliato, situazione che gli avrebbe permesso, nel paese di Sua Maestà Britannica, di usufruire del regime del "resident but not domicilied", formula che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra. Ma la quota di 500 euro dichiarata nel 730 del 2002 ha stimolato l'indagine dell'erario, che ha portato alla contestazione che potrebbe costringere il campione delle due ruote a pagare una multa compresa tra i 120 e i 240 milioni. Per risparmiare, Valentino potrebbe decidere di saldare tutto entro un mese, altrimenti, scegliendo il muro contro muro, andrebbe in contenzioso con il fisco.

L'Agenzia, ricostruendo i fatti, sarebbe arrivata alla conclusione che la maggior parte degli affari e degli interessi economici di Rossi, sono in Italia dove, si legge in una nota, "avrebbe mantenuto un solido legame di natura sociale e familiare". La notifica sarebbe stata recapitata direttamente nell'abitazione di Valentino a Tavullia lo scorso tre agosto.

VALE RISPONDE - Questa la presa di posizione. "Nel prendere atto delle notizie che in questi giorni mi riguardano - spiega il campione - mi stupisco non poco di quale leggerezza venga utilizzata  per affrontare argomenti così diversi fra loro. Ieri fantasma nudo che passeggia con la Canalis, oggi destinatario di accertamenti megagalattici, domani forse astronauta su Marte. Vivo a Londra, città straordinaria, sin dal 2000, e di questo ne è a conoscenza tutto il mondo. Naturalmente ritorno anche in Italia a trovare i miei familiari, i miei amici ed a trascorrere le vacanze. Tutti sanno altresì che per sette mesi all'anno giro il mondo per lavoro. Il fisco fa giustamente il proprio mestiere ma ritengo che questo genere di questioni vada discusso nelle sedi a ciò preposte. I miei consulenti - conclude Valentino Rossi - stanno comunque già esaminando la questione". 

PAROLA A VISCO -  "Ho appreso solo questa sera della vicenda che coinvolge Valentino Rossi. Mi dispiace per Rossi, del quale sono un grande tifoso. Ma le leggi devono essere rispettate". Lo ha detto il vice ministro dell'economia, commentando l'evasione fiscale contestata al campione di motociclismo. "Piuttosto, va segnalata la singolare situazione che si è venuta a creare e che è resa possibile dal fatto che, in base alle leggi britanniche, una più o meno fittizia residenza a Londra permette di non versare tasse nel proprio paese", precisa Visco in una nota.