FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Kakà, un fenomeno tra gli dei

Eʼ stato il giocatore più determinante

E’ stato il trascinatore del Milan in Champions, a Kakà va il riconoscimento di giocatore più determinante della stagione europea milanista.

13 partite, 10 gol e il titolo di cannoniere che gli vale come ipoteca al Pallone d’Oro 2007. E’ stato il brasiliano a togliere spesso, e volentieri, le castagne dal fuoco al Milan come in occasione della doppia sfida di semifinale in cui, al Manchester, ha rifilato 3 gol in 180’.

La Grecia è terra di mito, personaggi ed eroi si sono alternati nel corso del tempo in battaglie vinte, imprese riuscite, culla degli dei e dell’immortalità che ne deriva, non poteva che essere il teatro della consacrazione nell’Olimpo degli eroi calcistici di Ricardo Izecson Dos Santos Leite, o più semplicemente Kakà le cui caviglie alate, le prodezze atletiche gli hanno permesso e hanno permesso al Milan più volte di scendere agli inferi, vedi serata dell’Old Trafford, e risalire fino al successo che gli vale un posto nella storia rossonera e del calcio in assoluto. Capocannoniere di Champions (10 gol in 13 gare), trascinatore indomito e indomabile di una squadra che lo ha consacrato sua divinità prediletta, l’unico capace di modificare le sorti di un confronto con il suo spunto da fuoriclasse puro.

I gol contro l’Anderlecht nel girone eliminatorio a San Siro, la discesa in solitaria con il Celtic ai supplementari, più le tre prodezze contro i Red Devils sono perle che resteranno a lungo nell’immaginario collettivo degli appassionati di calcio, milanisti e non, perché ammirare Kakà significa adorare il calcio ed elevare a condizione di divinità un giocatore che si è affermato pian piano attraverso le sue qualità di uomo e atleta, di ragazzo pulito e fuoriclasse fenomenale.

Non è un caso che sia stata Atene l’apoteosi di un giocatore che aveva rischiato di smettere col calcio prima ancora di regalare magie, prima ancora di fare miracoli, prima di completare la sua Odissea e quella della sua squadra vissuta tra alti e bassi di una stagione conclusasi come meglio non poteva: Kakà ha scritto un pezzo di storia, in un luogo in cui la storia si respira ad ogni angolo, dal Partenone al Pireo, passando per lo stadio Olimpico dove il brasiliano ha acquisito un diritto divino, quello di entrare nell’Olimpo degli dei del pallone.