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Champions League 2014/15, la griglia di partenza

Nel giorno dellʼinizio della competizione più importante del continente, unʼanalisi delle avversarie di Juventus e Roma

A 115 giorni dal trionfo del Real Madrid a Lisbona, torna la Champions League. I sogni di gloria di Juventus e Roma si scontrano con le ambizioni delle 10 Big d'Europa, eccole sulla nostra griglia di partenza "ragionata": per valutare le loro chance di vittoria finale, abbiamo infatti definito un coefficiente basato su 4 parametri, con voti da 1 a 10 e un totale massimo possibile di 40.
Queste le voci considerate:
attacco: qualità degli attaccanti e dei centrocampisti offensivi, alternative in rosa;
difesa: qualità dei difensori e alternative in rosa;
equlibrio: struttura della squadra, disponibilità dei giocatori a supportare la fase offensiva e a collaborare a quella difensiva;
ambiente: ambizioni, aspettative e pressioni su squadra e allenatore, calore dello stadio.
Buona Champions a tutti, con la speranza che Juve e Roma possano sorprendere queste fuoriserie.

Perché partire in pole position non assicura la vittoria finale...

Champions League 2014/15, la griglia di partenza

1. BAYERN MONACO – La base della Germania campione del mondo, un anno di lavoro con Guardiola alle spalle, Ribery senza impegni con la Francia, l'innesto di Lewandowski. E la nuova sfida che potrebbe motivare Xabi Alonso come accadde a Pirlo nel passaggio dal Milan alla Juve. L'ambiente è compatto, ma Pep sa che non può più sbagliare.


2. CHELSEA – In 4 partite di Premier, Diego Costa ha segnato 7 gol e Fabregas ha servito 6 assist. Al secondo anno in un club Mourinho spacca: Triplete con l'Inter, Liga e semifinale europea persa ai rigori col Bayern. Abramovich chiede la Champions, ma l'inizio a punteggio pieno in patria lo ha rassicurato e i Blues sembrano giocare insieme da una vita. La grande incognita è la tenuta fisica di Diego Costa, uno che non si risparmia mai e che già l'anno scorso ha chiuso col fiatone e i muscoli a pezzi.


3. BARCELLONA – In attesa di Hannibal Suarez, Messi e Neymar promettono faville: giocando insieme meno di 60' hanno già segnato 3 gol. L'arrivo di Luis Enrique ha ridato all'ambiente la coesione ideologica persa nella gestione Martino. Da verificare la fase difensiva, fatale a Lucho alla Roma e rivedibile anche al Celta, 2^ peggior difesa delle prime 10 nella scorsa Liga. Ma la partenza è stata notevole: nessun gol subìto nelle prime 3 gare di campionato. Non accadeva dal '93-94, in panchina c'era Cruijff e il Barça arrivò in finale di Champions.


4. REAL MADRID – Oggi l'ambiente sarebbe da 4 ma i Campioni d'Europa possono rialzarsi. Passata l'ossessione della Décima, è rimasta quella per i Galacticos. Gli addii di Xabi Alonso e Di Maria, per utilità ancor prima che talento puro, potrebbero essere rimpianti come le cessioni di Cambiasso e Makélélé una decina di anni fa. È una squadra condannata ad avere sempre il pallone, ma nessuno può farlo per 90' o per una stagione intera. E quando perde l'iniziativa, i centrocampisti vengono trafitti alle spalle come sul 2-1 di Arda Turan nel derby di sabato scorso. Le garanzie sono Cristiano Ronaldo e Ancelotti: con loro ogni impresa è possibile.


5. MANCHESTER CITY – Fortissimo e sempre più equilibrato con la strapotenza fisica e tecnica di Yaya Touré, i progressi di Fernandinho e l'acquisto di Fernando. Deve però imporsi contro un Top Club per aumentare l'autostima in Europa. La difesa, Kompany a parte, e il portiere (Hart con la concorrenza pressante di Caballero) non danno garanzie assolute.


6. ATLETICO MADRID – L'addio di Diego Costa va superato distribuendo su più giocatori il peso offensivo. Mandzukic si è già inserito con grande spirito di sacrificio, Griezmann ha classe purissima e Simeone è ancora più affamato dell'anno scorso. Può stupire ancora.


7. PSG – Avvio molto lento in Ligue 1, nonostante i 5 gol in 5 partite di Ibrahimovic. Ha cambiato pochissimo e si reggerà ancora sulla classe mondiale di Thiago Silva, atteso al rientro dopo il ko di inizio agosto. Pochi altri club hanno una batteria di attaccanti pari a Ibra-Cavani-Lucas-Lavezzi, ma oltre alla classe serve la personalità che è mancata nei momenti clou l'anno scorso.


8. ARSENAL – È la stagione della consacrazione di Wilshere e Ramsey. Con Sanchez e Welbeck è più imprevedibile davanti e la prova mostruosa di Koscielny su Agüero nell'ultimo turno di Premier promette progressi inattesi dietro. L'ambiente è compatto attorno al suo guru Wenger: se vince finalmente il girone può raggiungere almeno i quarti dopo 5 anni.


9. BORUSSIA DORTMUND – Il campo dirà se il 2 x 1 (Immobile e il colombiano Ramos per Lewandowski) sarà un affare. I problemi arrivano sempre dall'infermeria, ancor più dopo il nuovo infortunio di Reus (fuori un mese). Il gruppo vive sull'entusiasmo di gioco, risultati e Westfalenstadion: partire bene, proprio contro l'Arsenal, sarà fondamentale.


10. LIVERPOOL – La Champions torna ad Anfield dopo cinque anni ma il dopo-Suarez è un enigma. Il trauma della Premier sfuggita al fotofinish non è ancora stato superato e sembra aver bloccato una crescita entusiasmante. L'equilibrio sarà la chiave per una squadra spesso entusiasmante e iperoffensiva eppure troppo debole dietro per reggere l'urto delle corazzate d'Europa.