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Shapiro e Vandelli, "Love & Peace": "La nostra è musica senza tempo"

Due miti degli anni 60 mettono da parte la loro rivalità per un progetto in comune che parte da un disco per arrivare a un tour nei teatri

Shapiro e Vandelli,
oliviero-toscani

Sono stati accerrimi rivali, su due parti opposte della barricata del beat italiano.

Ora Shel Shapiro e Maurizio Vandelli, all'epoca leader dei Rokes e dell'Equipe 84, hanno deciso di unire le forze per pubblicare "Love & Peace", un album in cui si scambiano e rivedono con arrangiamenti moderni i loro successi storici. "Non è un'operazione nostalgia ma di recupero della memoria - dicono -. E poi i nostri pezzi sono ancora attuali".

Una tregua armata per due mostri sacri del nostro panorama pop-rock. Da rivali ad amici, senza smettere di punzecchiarsi (più Vandelli nei confronti di Shapiro che viceversa, a dire il vero), con il disco che è solo il prologo per quello che sarà il momento più alto di questo collaborazione: un tour teatrale dove i due saranno supportati da una band di 5 elementi e dove il repertorio, dai 13 pezzi dell'album, salirà almeno a una trentina di canzoni. E senza gli ospiti che vanno tanto di moda oggi ("Sono un segno di insicurezza" per Shapiro). La prima data del tour sarà il 10 dicembre al Teatro Verdi di Firenze: seguiranno Roma (11/12, Auditorium Parco della Musica), Torino (13/12, Teatro Colosseo) e Bologna (15/12, Teatro Manzoni).

Ma intanto c'è il disco, "Love and Peace", che si ricollega agli anni 60 già dal titolo. "Oggi più che mai peace and love è un messaggio universale e valido, da recuperare - spiega Shapiro -. C'è un grande bisogno di abbracciare il mondo". Decisamente più disincantato Maurizio Vandelli che preferisce lasciare da parte messaggi universali per concentrarsi sulla dinamica di coppia. "Il peace and love di allora l'ho mangiato e anche digerito. Sono due parole che hanno significato soprattutto per noi due, che dobbiamo badare a mantenerci in un'armonia che viaggia sulla lama del rasoio". 

Ci sono certo gli arrangiamenti nuovi ma alla base ci sono pezzi entrati nella nostra storia. "'Love & Peace' è un recupero di emozionalità - sottolinea l'ex leader dell'Equipe 84 -.. Scambiarci le canzoni è stato molto divertente ed emozionante, quasi fino alle lacrime". "Nessuno di noi all'epoca aveva consapevolezza della portata di quello che stavamo cantando - spiega Shapiro -. Le parole di allora sono attuali ancora oggi ed è incredibile se ci pensiamo. Sono state scritte quando c'era la tv in bianco e nero e con solo un canale, il telefono fisso. Oggi siamo arrivati alla rete, a Internet, ad avere il mondo in tasca in un telefonino, eppure i testi di quei brani sembrano scritti ieri.  

Il progetto di Shaprio e Vandelli sembra andare anche in controtendenza con i tanti "tour di addio", spesso infiniti, che artisti storici mettono in campo. "Oggi vanno di moda i tour di addio e invece noi torniamo. I Farewell Tour non mi piacciono, mi sanno di scelta commerciale - attacca Shapiro -. Cosa vuol dire "mi ritiro ma prima sto in tour per un anno"? Se uno vuole smettere, smette e non rompe le palle". Vandelli invece sottolinea la voglia di suonare davanti a un pubblico, che è più forte che mai. "Salire su un palco è un momento che ti esalta e ti uccide - afferma -. Io prima di salire mi sento come una pantera in gabbia. E' qualcosa a cui non potrei mai rinunciare".

Al punto che in fondo questo potrebbe davvero essere solo un primo capitolo, perché nel cassetto potrebbe esserci anche qualche pezzo nuovo... "Inediti ne abbiamo scritti e registrati - spiegano -, ma alla fine abbiamo deciso di non metterli perché il rischio era quello di farsi giudicare su un brano nuovo mettendo in ombra la nostra storia". Ma se arrivasse una possibilità di andare a Sanremo? "Se Baglioni ci scrive un inedito andiamo di corsa - scherza Vandelli che però aggiunge -. Quello è un altro discorso, se ci fosse la canzone, perché no?".