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Per una volta Renato Zero dice “Alt all'amore: spazio a impegno civile

Il cantante romano cambia registro: "Chi non vive non scrive" dice, parlando a Milano di donne maltrattate, di casta, di rivoluzione e di Gesù. "Roma? Non la cambierei ma ormai in centro vivono solo politici, vescovi e pony express"

Da Zero alla A di "Alt", di Arena di Verona ma non di Amore: per la prima volta in carriera Renato Zero mette da parte il sentimento più alto e più bello.

Gli preferisce l'impegno sociale e la quotidianità perché il suo 29.mo album ("Alt", in uscita venerdì 8 aprile) parla di Casta, famiglia, migranti e fede. "Chi non vive non scrive - dice Renato Fiacchini - e questo disco parla dell'oggi, non del domani come io ho sempre fatto".

Dai 14 brani trasudano temi trattati sia dai telegiornali che al mercato o davanti al caffè al bar. "Mi piace immaginare un futuro - spiega lui - ma stavolta sono rimasto al quotidiano, usando anche una metrica insolita per i miei standard".

La scelta di cambiare registro si percepisce sin dal primo ascolto del disco. "Sete di potere, quando è comodo il sedere, la poltrona non si lascia proprio no" è un passaggio di "Nemici Miei". Di intolleranza si canta in "Vi assolverete mai" ("Discriminare è un'arte che fu dei farisei, aspetterò sulla riva anche te"): "A me gridavano 'a froscio nel 1968 a Roma - ricorda Zero con ironia - e io gli rispondevo 'Potessi annà 'froscia'. Ma quello che fa rabbia è che all'epoca a essere intolleranti erano i quarantenni, oggi sono i giovanissimi". Le donne annullate sono protagoniste de "La lista", i rapporti rovinati de "Il cielo è degli angeli", la necessità di alzare la testa di "Rivoluzione" ("Se la corda di spezza s'incendia la piazza"). E ancora: di televisione e di "artisti stagionali" si parla "In questo misero show", dei segni che una vita lascia dentro e fuori in "La voce che ti do". Ma il picco più alto - inatteso sì ma fino a un certo punto per chi conosce bene vita e miracoli di Renato Zero - è "Gesù", una preghiera in musica dove chi ha stupito con "Il triangolo" o "Baratto" oggi si guarda attorno e mette quasi in dubbio l'esistenza di Gesù: "Gesù oggi niente miracoli? Hai smesso di crederci? Sei ancora con gli ultimi?". Zero non nasconde il suo lato spirituale: "I musulmani hanno estremizzato il loro amore per il loro dio - dice - noi invece dimentichiamo di averne uno. Parlo di Gesù, non di Dio. Gesù siamo noi, mentre Dio potrebbe essere una realtà lontana e non avere tempo per noi. Di Gesù ne abbiamo avuti tanti, ad esempio tutte le vittime di mafia".

Roma, sindacati e trivelle - Da "Alt" alla stretta attualità il passaggio è forzato. Renato Zero respinge al mittente tutti gli inviti a schierarsi politicamente, cosa che non ha mai fatto in cinque decenni di carriera. Nemmeno su Roma prende posizione, pur denunciandone il degrado. "I romani sono a Tor Vergata, in periferia: in centro solo vescovi, politici e fattorini. Ma non cambierei Roma con nessuna città. In una canzone parlo di sindacati: non mi piace che molti sindacalisti finiscano a Montecitorio. Spesso fanno ostruzionismo allo sviluppo. Ma non sono solo loro". Enigmatico sulla Capitale, solare sul referendum sulle trivelle. "Quattro anni fa con Lucio Dalla cantai alle Tremiti contro i nuovi impianti di trivellazione che rischiavano di deturpare quel paradiso".

Dai pirati informatici ai malleoli a Verona - Il tempo di invitare chi ha messo illegalmente in Rete mercoledì notte l'intero album "Alt" a non farsi vedere mai ai suoi concerti e poi Renato Zero parla di Verona, dei soli due live in calendario l'uno e il 2 giugno. Praticamente è già tutto sold out e dal suo staff nulla trapela in merito ad altre tappe, estive o no. "Torno a Verona per riprendermi tre malleoli che ci ho lasciato 18 anni fa" scherza l'artista istrionico, ricordando un volo da due metri nel backstage del Palasport per una botola lasciata aperta. "Ma oggi sono in forma" annuncia. Sorcini avvisati.

@Sauro71