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Raoul Bova a teatro con "Due": "Bisognerebbe sposarsi quando si è maturi"

Lʼattore torna sul palcoscenico dopo 20 anni di cinema e tv con Chiara Francini in una pièce che segna lʼesordio teatrale del regista Luca Miniero

Raoul Bova a teatro con
ufficio-stampa

Un letto da montare.

metafora di una convivenza a due da ponderare e una relazione da mettere in discussione. Sono gli ingredienti di "Due", in scena al Manzoni di Milano fino al 25 febbraio, che segna il ritorno al palcoscenico per Raoul Bova dopo quasi 20 anni di cinema e tv, insieme a Chiara Francini, una conferma invece, con molte esperienze alle spalle. Scritta ( a due mani con Astutillo Smeriglia) e diretto da Luca Miniero ("Benvenuti al Sud/Nord) al suo debutto teatrale, la pièce, "un affresco dell'universo maschile e femminile", si interroga "sul senso profondo delle relazioni alla prova del tempo"...

In scena, una stanza vuota, i due protagonisti, Marco e Paola, una coppia qualunque, in un luogo qualunque, alla soglia di una convivenza, lui alle prese con il montaggio di un letto, lei con una serie di domande sul loro futuro di coppia: come saremo fra venti anni, ci ameremo ancora?

Non ci sono risposte, ricette, e tantomeno un libretto di istruzioni per cominciare una convivenza e per sapere se funzionerà. Ci sono piuttosto un uomo e una donna e la loro diversa visione della vita, le loro diverse proiezioni e ipotesi future, che si concretizzano sul palcoscenico con sagome in plexiglass retroilluminate, a cui gli stessi attori danno voce: figli, amici, amanti, che Marco e Paola immaginano nel loro domani.  Ci sarà così una Barbie con cui Marco potrebbe tradire Paola, o l'idraulico e il pony express con cui invece sarò Paola a tradire presumibilmente Marco e poi i figli, ancora senza nome e volto, amici e nemici, che metteranno a dura prova la loro relazione.
 
Paola è una donna "nuova", come spiega Chiara Francini, "in bilico tra tradizione e modernità. E' libera, lavora e non ha paura di farsi anche le domande più scomode, ma allo stesso tempo vuole realizzarsi anche nel matrimonio. Cerca l'amore e una relazione che abbia una stabilità".

Marco non sa rispondere alle domande di Paola e Paola non trova le risposte che cerca. I due scandagliano le loro mille paure, le loro incertezze:  "Molte donne e uomini che vengono a teatro si immedesimano nei nostri personaggi", racconta Chiara: "Miniero ha scritto un testo speciale che tocca in maniera garbata il cuore degli spettatori".
E sarà per questo che lo spettacolo è reduce da un anno di repliche sempre accolte con grande affetto dal pubblico.

"Questo è uno spettacolo divertente e nello stesso tempo uno specchio dell'universo maschile e femminile", aggiunge Raoul Bova: "Noi non diamo  risposte ai grandi quesiti sull'amore, perché non ci sono risposte. L'unico suggerimento che possiamo dare è cercare di non idealizzare il proprio compagno o compagna, o il proprio rapporto. È più saggio accettare la singolarità della persona che si ama e non l'idea che si ha di lei.".

In quanto al matrimonio l'attore non ha dubbi: "La mia idea, coltivata in questi anni, è che forse al matrimonio si dovrebbe giungere in età matura, quando si ha più consapevolezza di ciò che comporta, quando si è più disposti a fare delle rinunce. Ma soprattutto quando si è più strutturati, cresciuti, per non scaricare sull'altro le proprie inquietudini. In una coppia che funziona bisogna essere uno più uno. le incertezze bisogna risolverle da soli: perché una coppia sia formata da due persone, queste non possono essere entità incomplete, o la somma, ovvero due, non torna".